2015-12-23 15:22:00

Legge Stabilità: novità nella lotta a povertà e sostegno disabili


Approvata definitivamente ieri dal Senato, la manovra economica, da 35,4 miliardi, è ormai legge dello Stato. Secondo maggioranza e governo, i provvedimenti in essa contenuti rafforzano crescita e lavoro, per le opposizioni invece il testo è inadeguato e composto da "mance". Di certo per contrastare la povertà viene messo in campo un pacchetto di interventi, che puntano in particolare ad aiutare minori e famiglie numerose: dalla card familiare, al fondo sostegno “Dopo di noi” per disabili gravi o a quello di contrasto alla povertà educativa minorile. Luci e ombre dunque su un testo che però "sembra cambiare prospettiva nel sociale": è il parere del prof. Flavio Felice, ordinario di Dottrine economiche e politiche alla Pontificia Università Lateranense, intervistato da Gabriella Ceraso:

R. – Da una parte sono d’accordo con la maggioranza, quando dice che ha fatto il massimo che avrebbe potuto fare con i fondi a propria disposizione. Dall’altra parte però bisogna riconoscere che così non si cambia verso e non si porta il Paese verso una fase di crescita economica ma semplicemente di contenimento.

D. – Non c’è una cosa che le fa pensare che si sia puntato allo sviluppo e alla competitività?

R. – Competitività assolutamente no. Mentre per quanto riguarda l’assistenza si è fatto probabilmente il massimo possibile, soprattutto sul fronte della famiglia. L’individuazione di un nuovo strumento, di uno strumento creativo come quella della card, anche il voucher, va nella giusta direzione... E’ lo strumento che libera risorse e in modo efficace, senza pesare sulla collettività.

D. -  Ma serve, arriva?

R. – Certo, ovviamente dipende dall’entità e da come è attuato.

D.  – Sotto questo punto di vista attrae la nostra attenzione questa estensione dell'attuale Sostegno inclusione attiva (Sia) su tutto il territorio, un aiuto perché è proporzionale al numero dei figli minori e disabili. Che cosa ne pensa?

R. – Un sostegno per un’inclusione attiva è interessante, vuol dire che si esce dalla sfera e dalla logica assistenzialista e si passa invece a quella della cittadinanza attiva, dunque dell’inclusione. Inclusione sociale significa consentire a ciascuno di entrare a far parte della cittadinanza con le proprie forze.

D. – L'aver posto lo sguardo su questi aspetti è stata una cosa nuova effettivamente? E’ una cosa importante anche solo per l’idea o no?

R. – Sì, per l’idea è importantissimo. Questo governo ha il merito di aver incarnato un’esigenza, di averla resa concreta, istituzionalizzata, di aver risposto dunque a una domanda. Questo non tocca il tema della competitività. Questo tocca i temi della minima decenza, della civiltà all’interno di una comunità dove appunto si riconosce alla famiglia una funzione primaria e non solo sulla carta.

D. – Sempre in materia di lotta alla povertà, secondo lei provvedimenti come questo “Dopo di noi” che punta al sostegno per le persone con disabilità grave che non hanno legami famigliari oppure la risposta alla povertà educativa, con un Fondo apposito, cose del genere, sono destinate a restare e ad incidere?

R. – Sicuramente, ma nella misura in cui l’istituzionalizzazione di questi provvedimenti avvenga in modo trasparente in modo non familistico non clientelare come è già accaduto. Mi auguro che questo non accada questa volta, ma non c’è dubbio che queste soluzioni, che questi strumenti siano strumenti adatti ai nostri tempi.








All the contents on this site are copyrighted ©.