2015-12-22 15:12:00

Torna la "Guida Michelin per i poveri" a cura di Sant'Egidio


E’ giunta alla sua 26.ma edizione la cosiddetta "Guida Michelin" per i poveri, l'opuscolo a cura della Comunità di Sant’Egidio che offre informazioni dirette ai senza fissa dimora su dove mangiare, dormire e lavarsi a Roma. Un appuntamento annuale, la presentazione di oggi, che ha richiamato ad una riflessione sulla povertà. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Tredicimila le copie in distribuzione a operatori dei servizi sociali e ai poveri che sono, con la Comunità di Sant’Egidio, gli autori di questa Guida, che suggerisce i luoghi più importanti per chi vive per strada. Seicento indirizzi fondamentali per un esercito di 7.700 senza dimora, cifra che si può definire drammaticamente stabile negli anni e che negli ultimi tempi è stata ingrossata da separati, immigrati, ma anche giovani e anziani. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio:

“Ci sono essenzialmente tre categorie di persone che vivono in isolamento. La prima riguarda i giovani, che spesso hanno alle spalle situazioni di separazione matrimoniale o di rapporti di coppia andati male e soprattutto della mancanza del lavoro, che si ritrovano in situazioni di estrema vulnerabilità e finiscono per la strada. Abbiamo notato una diminuzione dell’età di chi vive per strada. La seconda categoria riguarda gli immigrati, perché purtroppo la nostra legge sui ricongiungimenti familiari non permette alle famiglie in senso largo di venire, di partecipare alla vita sociale nel nostro Paese e quindi spesso si tratta di stranieri senza famiglia che si ritrovano per strada. La terza categoria riguarda gli anziani, le principali vittime dell’isolamento. Tutti i dati ci dicono che la maggior causa di morte oggi tra gli anziani è proprio la solitudine. Quindi, da una parte c’è la crisi della famiglia, ma dall’altra anche la mancanza di reti nei condomini, nei palazzi, un’attenzione maggiore che tutta la nostra società – come Papa Francesco ci ripete continuamente – deve avere verso gli anziani”.

“Meno reti sociali più povertà” lo slogan con il quale la Comunità di Sant’Egidio presenta la Guida 2015, sottolineando dati sui quali è necessario riflettere: soltanto 2.500 persone trovano riparo presso centri di accoglienza notturna, in oltre 5.000 sono sui marciapiedi o in ripari di fortuna:

“Da una parte, c’è stato lo scandalo di Mafia capitale che ha interrotto tanti rapporti che il Comune aveva con cooperative che fornivano questo tipo di servizi. La magistratura sta indagando, per cui quei rapporti – giustamente – non sono stati ripresi. Recentemente, è stato fatto un bando da parte del Comune per questo, ma è andato deserto perché non esistono oggi cooperative che lavorano a questo livello. Per paura? Per compromissione? Non si sa. Questo è preoccupante, perché sono diminuiti i posti istituzionali che il Comune dava per dormire (100 posti in meno rispetto allo scorso anno - ndr). Sono invece aumentati grazie al nuovo centro che il Papa ha voluto a Via dei Penitenzieri o in tante parrocchie e altri luoghi dove persone di buona volontà hanno aperto le loro case e le loro strutture. Però, naturalmente, lo scollamento tra chi vive per strada e il numero dei posti letto è ancora enorme nella nostra città di Roma. Abbiamo fiducia che la predicazione del Papa, ma anche l’esempio di tante associazioni da Sant’Egidio in poi, possa suscitare nei cittadini nuove forme di risposta laddove le istituzioni non riescono o non fanno”.

Accanto a una frammentazione sociale che ha portato a un aumento dei poveri, cammina una crescita di solidarietà a Roma, negli anni sono sempre più le realtà che tendono la mano ai meno fortunati. Le persone sono più recettive ai messaggi positivi e quello di Papa Francesco è il più significativo. Ancora Impagliazzo:

“Oggi, tanta gente capisce quello che il Papa dice. I suoi discorsi restano nel cuore, toccano il cuore, restano nella mente delle persone e spingono ad agire. Il problema è che spesso le persone che vorrebbero fare qualcosa non trovano i luoghi dove farlo. Vediamo che nella Comunità di Sant’Egidio c’è stato un aumento di domande di persone che vogliono aiutare e noi siamo una risposta. Ma il mio appello è che le parrocchie, l’associazionismo cattolico si ricordino che, al di là di tanta o poca burocratizzazione, ci deve essere una risposta personale. Apriamo le porte delle parrocchie, dei nostri luoghi, delle nostre strutture diamo la possibilità alla gente che vuole di aiutare. Tante volte siamo noi a non permettere alla gente di aiutare. In questo senso, il fatto che Sant’Egidio metta a tavola tra chi serve e chi è servito 20 mila persone quest’anno a Roma nel giorno di Natale è veramente qualcosa di eccezionale”.

Misericordia significa anche ricostruire le reti sociali che si sono rotte, resta questa l’unica risposta all’isolamento e alla povertà estrema, le grandi malattie delle città.








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