2015-12-22 16:29:00

Terrorismo: nei Balcani si recluta per il califfato tra ideologia e soldi


I Balcani dimenticati

Nei Balcani, sotto l'occhio impotente della comunità internazionale, la povertà muove i giovani kosovari, ma anche macedoni e serbi ad arruolarsi nell'esercito del califfato in Medio Oriente. Ma nessuno sembra accorgersene. Sono i giovani della seconda generazione cresciuta dopo la guerra della ex Jugoslavia e del Kosovo. Il reclutamento è spesso coordinato dagli ex paramilitari dell' UCK, gli ex combattenti per la liberazione del Kosovo. 

La povertà alimenta traffici illeciti

Le regole d'ingaggio della missione internazionale di pace, la Kfor, non consentono ai militari di intervenire. Sotto i loro occhi, dal Kosovo e Macedonia in particolare, molti giovani ventenni si arruolano per combattere in Medio Oriente. Il reclutamento è alimentato da una scarsa ideologia ma dalla povertà dei Balcani che spinge molti disoccupati a lavorare combattendo. Alla ricerca di uomini si affianca un fiorente mercato delle armi alimentato da trafficanti senza scrupoli, che, grazie alla debolezza delle istituzioni locali, alla corruzione e all'incomprensione etnica tra le popolazioni locali ancora esistente, fanno dei Balcani un centro di smistamento e vendita di armi e munizioni per l'area mediorientale. 

Il ruolo delle religioni 

Ma non tutto è perduto. Cristiani, musulmani e ortodossi possono, dialogando, fermare questa deriva. Ne parliamo con Nello Scavo, giornalista di Avvenire e don David Djudaj, responsabile della redazione albanese della Radio Vaticana. 








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