2015-12-22 13:32:00

Italia, un migrante su 4 accolto in strutture ecclesiali


Sono "oltre 23 mila i richiedenti asilo e rifugiati accolti nelle diocesi italiane". Lo precisa una nota congiunta degli uffici stampa di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, che sottolinea come "1 su 4 dei richiedenti asilo in Italia sia accolto in una struttura ecclesiale”. Il servizio di Alessandro Guarasci:

La Chiesa accoglie più di quanto in tanti sappiano. Caritas e Migrantes rispondono all’articolo di ieri di Repubblica, dal titolo: "Porte chiuse agli immigrati la solidarietà flop delle parrocchie”. In alcune regioni come la Lombardia, gli organismi della Chiesa accolgono una persona su due. “Senza contare – dicono Caritas e Migrantes – che accanto alle accoglienze in emergenza c'è da sempre un impegno ordinario in favore di migliaia di persone in difficoltà”. Olivero Forti, responsabile immigrazione della Caritas:

R. – Come Caritas, abbiamo proposto alle famiglie e alle parrocchie di attivarsi. Già oggi circa mille beneficiari potranno entrare in queste nuove forme di accoglienza. Quindi, la nostra opera non si ferma e non si fermerà anche nei prossimi mesi. È evidente che il nostro limite è quello collegato alla qualità dell’accoglienza. Noi ci impegniamo nel momento in cui sappiamo di poter garantire a queste persone una buona accoglienza. Non possiamo dare spazio in questo frangente all’improvvisazione.

D. – Spesso, sono le prefetture a porre dei paletti, viste anche le attuali norme?

R. – Con le Prefetture abbiamo diverse migliaia di accoglienze oggi attivate. Per poterle attivare – si tratta di prime accoglienze – è necessario rispondere a determinati requisiti e criteri collegati giustamente alla tipologia di struttura che andrà ad accogliere e la tipologia di servizio che verranno garantite. Questo sempre nell’ottica di dare una qualità che rispetti gli standard nazionali ed internazionali. Questa preoccupazione per noi rimane sempre, anche laddove le nostre accoglienze non siano frutto di accordi con Prefetture o altri soggetti pubblici.

D. – Quali obiettivi vi ponete per il 2016 a questo punto?

R. – Il 2016 sarà un anno importante, perché bisognerà continuare a rispondere a un fenomeno che ormai si è stabilizzato su numeri pari ad almeno 150 mila ingressi l’anno. Quindi, sappiamo che il sistema istituzionale, nonostante il nostro supporto, non è ancora in grado di dare una risposta a tutti. Cercheremo di attrezzarci – come già stiamo facendo – per aumentare ulteriormente i 23 mila posti che oggi stiamo garantendo al Paese.








All the contents on this site are copyrighted ©.