In Indonesia le autorità hanno lanciato l’allerta massima per possibili attacchi terroristi in concomitanza con le prossime festività natalizie. In queste ore si è tenuta una riunione a porte chiuse fra i vertici governativi a Jakarta, cui ha partecipato anche il Presidente Joko “Jokowi” Widodo e il ministro di gabinetto Anung Pramono. Per i responsabili dell’esecutivo le minacce sono “imminenti e concrete". Le prove - riferisce l'agenzia AsiaNews - sarebbero contenute all’interno di alcuni documenti sequestrati di recente dalle squadre dell’anti-terrorismo, in cui vi sono riferimenti diretti a due parole chiave: “concerti” e “le spose”.
La polizia teme attacchi su vasta scala ad azioni solitarie suicide
In Indonesia i terroristi hanno iniziato a utilizzare di recente questi due termini
per riferirsi ad attentatori o movimenti estremisti attivi sul territorio nazionale.
La parola “concerto” è equiparabile agli attentati su vasta scala, come avvenuto a
Parigi nella serata del 13 novembre scorso, con più persone e diversi obiettivi da
colpire. Di contro, il termine “sposa” - già usato da tempo - serve a indicare il
singolo attentatore suicida, il “lupo solitario” pronto a farsi esplodere fra la folla. Secondo
fonti investigative, vi sarebbe la prova di attacchi terroristi “imminenti” in concomitanza
con le feste; nei documenti rinvenuti dagli inquirenti, vi sarebbero anche i nomi
di terroristi e delle loro “spose”, mappe, armi e nomi di luoghi obiettivo di potenziali
attentati.
Gruppi estremisti legati all'Is
Badrodin Haiti, capo della polizia indonesiana, riferisce che questi gruppi terroristi
con base a Central e East Java sono legati a vario titolo alle milizie del sedicente
Stato Islamico (Is). “Tuttavia, li abbiamo presi - afferma - prima che potessero colpire”.
Gli inquirenti hanno arrestato nove persone, alcuni dei quali ex membri Isis tornati
da missioni jihadiste oltremare; altri sono simpatizzanti dei miliziani attivi e operativi
sul territorio indonesiano.
Nel mirino dei terroristi, chiese, caserme e minoranza sciita
Fra gli obiettivi nel mirino dei terroristi chiese e caserme della polizia, fra cui
lo stesso quartier generale a South Jakarta. Del resto già da tre mesi, aggiunge il
capo della polizia, l’allerta in Indonesia - nazione musulmana sunnita più popolosa
al mondo, in cui i cattolici sono una piccola minoranza (3%) - è “massima” per il
timore di attentanti in occasione della festa cristiana del Natale. Nel mirino dei
terroristi, oltre ai cristiani e ai loro luoghi di culto, vi sono anche i membri della
minoranza musulmana sciita, concentrati in alcuni sobborghi fra cui Pekalongan (Central
Java), Bandung (West Java) e Pekanbaru (Sumatra). Il gen. Anton Charliyan, capo della
polizia, conferma gli obiettivi dislocati fra Java, Sumatra e Kalimantan. In queste
ore stanno circolando banner e scritte in rete che invitano a colpire la comunità
sciita. Egli aggiunge che, rinvigoriti dal successo e dal clamore mediatico della
strage di Parigi, i miliziani “stanno pianificando un grande ‘concerto’ anche qui
in Indonesia”.
Il Presidente Widodo in Papua per festeggiare il Natale con le comunità
cristiane
Per questi timori il Presidente Joko Widodo ha emanato un’ordinanza di massima allerta
e ha rafforzato le misure di sicurezza attorno ai luoghi di culto e ai principali
obiettivi istituzionali. Inoltre, nei prossimi giorni egli è atteso a Papua, estremità
orientale dell’arcipelago indonesiano, in cui si trovano le uniche province a maggioranza
cristiana del Paese, per celebrare la festa del Natale. (M.H.)
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