2015-12-21 14:30:00

Giordania. Mons. Lahham: il Medio Oriente ha bisogno di pace


“Che tutte le sanguinose dispute del nostro amato Oriente abbiano fine”, perché “oggi più che mai abbiamo un disperato bisogno di pace”: è questo l’auspicio dell’arcivescovo Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato latino di Gerusalemme, in occasione del Natale. In un messaggio diffuso per la Solennità, il presule auspica che “tutti i popoli della regione ricostruiscano la convivialità, incoraggiano iniziative di fraternità ed amore, affinché si possa vivere tutti come una famiglia unita”.

Consolidare l’attenzione verso poveri e bisognosi
Mons. Laham ricorda, poi, due eventi importanti del 2015: il 50.mo anniversario della dichiarazione conciliare “Nostra Aetate”, “primo documento sul dialogo cristiano-islamico”, i cui frutti “intellettuali e culturali vanno preservati”. E poi il Giubileo straordinario della misericordia, inaugurato dal Papa ufficialmente l’8 dicembre scorso: “Misericordia è sinonimo di amore fraterno – spiega l’arcivescovo – e da essa dobbiamo apprendere cosa ci spinge a consolidare le attenzioni dell’umanità verso i fratelli e le sorelle che soffrono a causa della povertà, del disagio o per l’aggravarsi di difficoltà”.

Rafforzare carità e cooperazione
A tal proposito, mons. Laham ricorda che proprio oggi, 21 dicembre, apre ad Amman il “Ristorante della Misericordia”, nel quale la diocesi locale e la Caritas Giordania servono gratuitamente circa 500 pasti al giorno a poveri e bisognosi e 100 pasti supplementari ad operatori ecologici. “Spero che questa iniziativa – sottolinea il vicario patriarcale – contribuirà a rafforzare le opere di carità e la cooperazione nella nostra amata patria”. Soffermandosi, poi, sul significato del Natale, mons. Laham ricorda che Gesù Bambino viene al mondo per portare “gioia e salvezza, dissipare la paura, rassicurarci sul fatto che il bene vince il male, la luce è più forte delle tenebre, la grazia è più forte del peccato e l’amore più forte dell’odio”.

Porre fine a uccisioni e trasferimenti forzati
La nascita del Signore, continua il presule, garantisce che “l’ondata di violenze, uccisioni e trasferimenti forzati nel mondo arabo è solo un evento passeggero e che lo status quo sarà ripristinato”. Allora, “non ci saranno differenze tra noi riguardo alla religione, all’etnia, al colore o al genere, perché i più nobili tra noi allo sguardo di Gesù sono i più giusti”. Infine, l’arcivescovo invita a meditare in silenzio il messaggio del Natale, pregando “la Parola incarnata di Dio che ci ha amati come nessun altro”. (A cura di Isabella Piro)








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