Il patriarca maronita Béchara Boutros Raï continua a considerare "seria" la possibilità di coagulare intorno a Suleiman Franjieh il consenso delle forze politiche libanesi che consenta l'elezione del politico maronita come presidente della Repubblica libanese. Mentre alcuni osservatori cominciano a considerare declinante tale opzione, il primate della Chiesa maronita ha esortato venerdì scorso "parlamentari e blocchi politici a prendere in considerazioni e ancora e sul serio l'iniziativa" sostenuta soprattutto da Saad Hariri, leader del partito sunnita “Futuro”. Solo scegliendo la via della concertazione nazionale – ha rimarcato il patriarca Raï – i politici libanesi “adempiranno ai loro obblighi costituzionali e si faranno carico delle proprie responsabilità".
La paralisi istituzionale libanese blocca l'intero Paese
Il nuovo appello alla classe dirigente libanese è stato espresso venerdì scorso dal
patriarca durante il suo incontro coi responsabili e il personale dei Tribunali ecclesiastici
maroniti, ricevuti per l'inizio dell'anno giudiziario 2015-2016. Il patriarca ha ribadito
che la paralisi istituzionale libanese, con la carica presidenziale rimasta vacante
dal maggio 2014, sta lentamente bloccando l'intero sistema-Paese, anche dal punto
di vista economico e della sicurezza.
L'elezione del Presidente sabotata da veti incrociati
Il delicato sistema istituzionale libanese riserva la carica presidenziale attualmente
vacante a un cristiano maronita, ma da più di un anno e mezzo ogni ipotesi di soluzione
viene di fatto sabotata dai veti incrociati tra i due blocchi, la coalizione “8 marzo”
e la coaliizone “14 marzo” che dominano la scena politica libanese. (G.V.)
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