2015-12-18 14:39:00

Giubileo, misericordia come entusiasmo per il pensiero


Indifferenza come nichilismo

"Il richiamo a vincere l'indifferenza - che il Papa ci rivolge nel Messaggio per la Giornata Mondiale della pace 2016 - è un invito ad attivare un'indagine interiore che è allo stesso tempo un'indagine culturale. Solo attraverso la promozione di una nuova idea di cultura, di una dialettica interiore, possiamo superare l'indifferenza come fattore non solo emozionale ma anche intellettuale". "Solo se riusciamo a 'cambiare testa', quindi cultura, mentalità, pensieri, emozioni, attraverso un processo di rieducazione, possiamo legarci agli altri e con gli altri impegnarci nella costruzione della città dell'uomo ideale, quella che è in pace".  Vittorio V. Alberti, fiolosofo e officiale del Pontificio Consiglio Justitia et Pax, spiega così, dal punto di vista culturale, i contenuti del Messaggio 'Vinci l'indifferenza e conquista la pace', firmato da Papa Francesco per la giornata del 1° gennaio 2016. "Il tema vertiginoso alla radice della riflessione di Francesco - spiega Alberti - è l'assenza di una prospettiva che ci spinga ad impegnarci per cambiare le cose. Attualmente, infatti, ci troviamo ancora in una fase storica caratterizzata dal nichilismo, in cui non si crede che le cose possano cambiare, non si crede nella verità delle cose". 

Misericordia come curiosità intellettuale

"Prendendo spunto dal pensiero del Papa - prosegue il filosofo - potremmo dire che la misericordia dovrebbe essere esercitata anche nei confronti degli indifferenti. Questi non devono essere bersaglio di un'accusa morale, ma vanno compresi". "Dunque, il sostrato di questo Messaggio - perfettamente coerente con quello di tutto il Pontificato - è un appello a riattivare le forze interiori e culturali per credere in un orizzonte. Tutta la cultura occidentale, anche quella laica, ragiona in termini di un avvenire, di un futuro a cui tendere". "In questo senso la misericordia - prosegue Alberti - come spinta ad approssimarsi all'altro,  è una pulsione non tanto di bontà ma di curiosità intellettuale. Essere misericordiosi verso gli altri significa essere aperti anche alle possibili verità degli altri. E in questo senso la misericordia è sinonimo di libero pensiero e di autentico dialogo". "Un atteggiamento formidabile in tempi in cui le religioni e le culture sono strumentalizzate da interessi tutt'altro che nobili".  

Misericordia come coraggio  

D'accordo su questa prospettiva è don Mauro Mantovani, rettore della Pontificia Università Salesiana e docente di filosofia teoretica. Don Mantovani ha, tra l'altro, firmato la voce 'Misericordia' nel volume 'Il Vocabolario di Papa Francesco (Ed. Elledici), curato dal salesiano Antonio Carriero. "Nella prospettiva di Sant'Agostino - spiega il prof. Mantovani - la misericordia non è tanto un generico anelito di buonismo, quanto la ricerca di un arricchimento tra persone, di una relazione interpersonale. Quindi, il nuovo umanesimo che è l'obbiettivo di questa concezione, tende a mettere in luce la dimensione relazionale della persona, intrinsecamente chiamata al dialogo, proprio nella prospettiva di donare e ricevere ciò che ha di specifico". "L'indifferenza è infatti proprio quello sguardo superficiale e opaco che ci impedisce di cogliere le specificità e le esigenze di ciascuno". "Insieme con la misericordia - aggiunge don Mantovani - viene anche il coraggio. E cioè la spinta ad investire nel futuro, perché la misericordia sia anche futuro, un progetto culturale per pensare a una nuova società, quella civiltà dell'amore prospettata da Paolo VI". "Il rischio - conclude Mantovani - è considerare la misericordia solo come un sentimento, seppur riferito a Dio. La specificità cristiana consiste infatti anche nel cogliere l'amore di Dio che salva, che interviene nella storia, quindi promuove l'uomo affinché si realizzi nella sua storicità. Oltre alla carità samaritana c'è dunque anche una carità intellettuale e una carità politica e entrambe senz'altro sottese al progetto di Papa Francesco". 








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