2015-12-17 14:33:00

Fondo contro ludopatia, ma pubblicità a gioco d'azzardo continua


50 milioni di euro l’anno stanziati per un Fondo per la prevenzione della ludopatia. Ad annunciarlo il ministro della Salute Lorenzin, che ha commentato in conferenza stampa gli emendamenti della legge di stabilità che riguardano il gioco d’azzardo. Le limitazioni delle pubblicità e l’attenzione alla patologia da gioco stanno andando in una direzione positiva? Veronica Di Benedetto Montaccini lo ha chiesto a Maurizio Fiasco, presidente di Alea, Associazione per lo Studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio: 

R. - Questo Fondo per contrastare la ludopatia sarebbe un dato positivo se fosse collegato ad una riduzione dell’esposizione al rischio di disturbo da gioco d’azzardo.

D. - Non è una contraddizione che da una parte non vengono vietate completamente le pubblicità del gioco d’azzardo e, dall’altra parte, si prova a curare le patologie che crea?

R. – E’ un messaggio contraddittorio, direbbero gli psicologi, a doppio vincolo logico: cioè, smetti di giocare ma smetti mentre io ti offro il gioco, mentre io ti porto il gioco ovunque. La pubblicità è una struttura portante del gioco industriale di massa perché si basa sul reclutamento di sempre nuovi giocatori. Porta chi non ha mai giocato a iniziare e chi già gioca a diventare un giocatore patologico. E’ un sistema nel quale si è incartato lo Stato.

D. - Lei ha definito più volte il gioco d'azzardo una "bolla finanziaria", perchè?

R. – Il gioco attuale è un gioco ad altissima frequenza con margini decrescenti di soldi trattenuti per lo Stato e per i concessionari. Veniamo ad un dato attuale: il 2015 si chiuderà con un aumento lordo del consumo di giochi che passerà da 84 miliardi a 88 miliardi. Il paradosso è che a fronte di un aumento del consumo lordo, la quota erariale, la quota che trattiene lo Stato, scende ancora di più sotto gli otto miliardi. Questo a cosa porta? Porta a contrarre nuovi debiti per fare gli investimenti. Per fare queste acquisizioni e quindi per rendere ancora più capillare e pervasivo il gioco hanno fatto debiti con le banche, quotazioni azionarie molto rischiose. Tanto è vero - citiamo un episodio verificatosi nel luglio del 2014, l’anno scorso – che la Sisal emise una quotazione in borsa che venne ritirata 15 giorni dopo quando si scoprì l’enorme esposizione debitoria di questo grande concessionario che peraltro fra poco sarà acquisito dalla stessa Lottomatica. C’è un gioco d’azzardo che si gioca con le slot machine, con i gratta e vinci e con le scommesse. Ma c’è anche un gioco d’azzardo  più pericoloso che si gioca con i meccanismi di investimento finanziario ad alto rischio.

D. – Roma città dell’azzardo, perché tra gli esperti c'è questa definizione? E’ nella capitale che ci sono più giocatori patologici?

R. – A Roma si giocano sei miliardi di euro. A sei miliardi di euro corrispondono centinaia di migliaia o milioni di ore passate a giocare. Più tempo si gioca, più si contrae la dipendenza da gioco d’azzardo. A Roma ci sono tra l'altro i centri di slot machines più grandi d'Europa. C’è una proporzione definita a cui non si sfugge. Addirittura si può rappresentare con una formula matematica. Il gioco d’azzardo patologico non è una malattia naturale, è qualcosa che avviene dopo che è stato offerto capillarmente, pervasivamente, ovunque, a tutte le ore, per tutte le generazioni, per tutte le categorie sociali, un consumo di gioco d’azzardo che è tale da far sviluppare molto rapidamente e in modo quasi generalizzato una dipendenza da gioco d’azzardo. Allora si può curare se nello stesso tempo si fa una prevenzione e la prevenzione ha solo un senso vero: ridurre l’offerta.








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