“Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo(Rm 15,13)”. Prende spunto dalla Lettera di San Paolo ai Romani il messaggio natalizio congiunto di mons. Eamon Martin e del rev. Richard Clarke, arcivescovi di Armagh e Primati della Chiesa cattolica e anglicana d’Irlanda.
Non lasciarsi “rubare” la speranza
Un messaggio incentrato sul tema della speranza, che è al cuore del Natale, ma che
è oggi offuscato dalla violenza e dalla distruzione nel mondo. In questo scenario
a molti sembra difficile sperare in un futuro migliore per il mondo e per se stessi.
Eppure – sottolineano i due primati irlandesi -, come ha più volte ripetuto Papa Francesco,
non dobbiamo lasciarci “rubare” la speranza.
Essere portatori di speranza nel nome di Cristo
Essa, prosegue il messaggio, non è semplicemente il desiderio individuale di avere
una vita migliore per sé e per chi amiamo: è qualcosa che “siamo chiamati a portare
nel nome di Cristo” agli altri. Nella visione cristiana, essere persone di speranza,
significa, infatti, “essere agenti di speranza”. Operare per gli altri – con gesti
semplici o più impegnativi - è “seminare speranza per il futuro”. Di qui l’esortazione
a diventare “inviati di speranza”: “Come Cristo è venuto al mondo per portare speranza
nei luoghi di disperazione e luce nel buio, anche noi possiamo diventare portatori
di speranza”. (L.Z.)
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