2015-12-15 14:30:00

India: l’apertura delle Porte Sante a Bombay e Ranchi


“La Porta della Misericordia è aperta a tutti gli uomini e le donne”. Lo ha ricordato mons. John Rodrigues, vescovo ausiliare di Bombay, in India, ai fedeli riuniti questa domenica per l’apertura della Porta Santa nella cattedrale del Santo Nome, chiesa madre della città, alla quale seguirà, il 20 dicembre, quella della Basilica di Mount Mary. Il presule ha presieduto la celebrazione in rappresentanza del card. Oswald Gracias.

Tenere fisso lo sguardo sulla misericordia
Dopo queste parole introduttive e la lettura del Vangelo di Luca 15,-1-7, è stata data lettura alle prime parole della “Misericordiae Vultus”, la Bolla di indizione del Giubileo di Papa Francesco, per ricordare il senso profondo di questo Anno Santo straordinario e quindi esortare i fedeli a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia, di cui Gesù Cristo è il volto, “per diventare segno efficace dell’agire del Padre”. Mons. Rordrigues ha quindi guidato la processione verso la Porta Santa. Alla solenne apertura con le formule di rito, è seguita la benedizione dell’acqua santa, memoria del Battesimo. A concludere le celebrazione una preghiera a Maria, Madre della Misericordia: “Possa il suo sguardo misericordioso – ha detto il presule - vegliare su di noi per tutto questo Anno Santo affinché possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio”. 

L’apertura della Porta Santa a Ranchi insieme ai tribali
​A Ranchi, capitale dello Stato indiano del Jharkhand con una forte presenza tribale, è stato il card. Telesphore Toppo ad aprire la Porta della Misericordia , nella cattedrale di Santa Maria. Alla celebrazione – riferisce l’agenzia AsiaNews - hanno partecipato 5mila tribali ai quali il porporato ha ricordato che in un mondo segnato dal dolore la sola risposta “è la compassione di Dio offerta all’umanità”, sottolineando il ruolo centrale della famiglia, quale missionaria della misericordia.  Insegnare la misericordia e comprenderla, ha detto, “è la missione che ogni famiglia deve portare avanti. In famiglia i genitori e i figli devono riflettere sul concetto e riuscire a divenire una vera chiesa domestica. Perché a sua volta questo nucleo può convertire prima la parrocchia e poi la società. Soltanto così ha concluso cambieremo la nostra nazione e il mondo”. (A cura di Lisa Zengarini)








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