2015-12-14 19:55:00

Esecuzioni Is in Libia. Obama: servono progressi più rapidi


In attesa della firma dell’accordo definitivo sulla riconciliazione in Libia i militanti del sedicente Stato islamico avanzano spargendo il terrore. Due civili stranieri sarebbero stati uccisi barbaramente a Sirte, la citta' natale di Gheddafi, che i jihadisti controllano dalla fine di febbraio. “I progressi nella lotta all’Is devono essere più rapidi”, rilancia il presidente americano Obama, mentre la diplomazia continua a lavorare per una soluzione alla crisi siriana. Il servizio di Gabriella Ceraso:

“Stiamo colpendo l'Is piu' duramente che mai". Così il presidente Barack Obama al Pentagono, dopo la riunione con il Consiglio di Sicurezza. "Continua ad essere una lotta difficile", sottolinea il presidente americano riconoscendo la necessita di progressi piu' tempestivi. Ma la “ strategia va avanti”, assicura, “faremo di più insieme ai partner della coalizione”, colpendo i leader dello Stato islamico "uno per uno" . Intanto i miliziani jihadisti almeno in Libia sembrano avanzare velocemente, spostandosi, secondo la Francia, dalle coste verso l'interno attratti dal petrolio. Sicuramente la loro violenza non si ferma. Oggi a Sirte due nuove esecuzioni pubbliche. Secondo testimonianze che non possono essere confermate ufficialmente, una donna marocchina sarebbe stata decapitata perchè considerata una strega e un palestinese ucciso a colpi d’arma da fuoco con l’accusa di essere una spia. Ad est di Tripoli invece gli scontri tra estremisti islamici e miliziani di Fajr Libya hanno causato almeno 9 morti e 35 feriti. Il Paese aspetta mercoledì la firma tra le fazioni per l'accordo, mediato dall'Onu, che porti alla formazione di un governo di unita' nazionale. L’Ue con l’alto rappresentate per gli Affari esteri, Mogherini assicura sostegno pieno alle parti e incoraggiamento al rispetto delle loro responsabilità. E contro l’Is si continua a studiare una strategia anche in Siria.Il dialogo tra Russia e Usa c’è, ma è "difficile constatare convergenze pratiche", fa sapere il Cremlino . Su una cosa c’è sintonia però: per un nuovo summit serve trovare l’intesa su una lista condivisa di oppositori e sigle terroristiche.








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