2015-12-12 14:41:00

Parigi: accordo a Conferenza sul clima, sarà vincolante


Ambizioso, equilibrato, vincolante e che riflette le posizioni delle parti: ecco come Laurent Fabius, ministro degli Esteri francesi, e presidente della Cop21, ha presentato oggi a Le Bourget, in Francia, la bozza definitiva dell’accordo sul clima, finalizzata nella notte e tradotta in sei lingue. Accordo che, ha precisato Fabius, ai 195 Paesi partecipanti, sarà giuridicamente vincolante. Nel pomeriggio l’approvazione del documento. Francesca Sabatinelli:

Fragorosi applausi hanno accompagnato un emozionato Laurent Fabius nella presentazione della bozza d’accordo sul clima. Una svolta storica, spiega il ministro degli Esteri francese, “necessaria per il mondo intero e per ciascuno dei nostri Paesi”. Un testo, spiega poi, “che sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e, alla fine dei conti, la pace”.  Un accordo che, sebbene non soddisfi tutte le richieste, “vale però per un secolo”, aggiunge il presidente Francois Hollande, sorridente al fianco di Fabius, assieme al Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Tredici i giorni di negoziati per arrivare ad una bozza che prevede una revisione ogni cinque anni dei piani nazionali per il taglio dei gas serra e che, sottolinea ancora Fabius, “conferma l’obiettivo di contenere l'aumento della temperatura ben al di sotto di 2 gradi e di sforzarsi di mantenerla a 1.5, il che consentirebbe di limitare significativamente i rischi e gli impatti del riscaldamento". L’accordo è accompagnato da un progetto di decisione che stabilisce in cento miliardi di dollari, da qui al 2020, il finanziamento per l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo. Cifra che andrà rivista nel 2025. "Il traguardo è in vista, ora finiamo l'opera", è l’incoraggiamento del  segretario generale Onu Ban Ki-moon, per il quale "le soluzioni al cambiamento sono sul tavolo, sta a noi prenderle". “Siamo al momento decisivo”, la conclusione di Hollande, che esorta  la platea ad adottare “ il primo accordo universale nella nostra storia”. Voci fuori dal coro quelle dei rappresentanti della rete di Ong Climate Action Network, per i quali nel progetto di accordo "non c’è garanzia di assistenza" per le persone che subiscono i più gravi effetti del cambiamento climatico”.

Per un commento sull'accordo ascoltiamo Veronica Caciagli, presidente dell’Italian Climate Network, presente a Parigi, al microfono di Veronica Di Benedetto Montaccini:

R. – E' un accordo che è stato definito storico e universale. Una delle grandi novità di questo negoziato è l’obiettivo. Mentre nei precedenti negoziati si parlava di mantenere l’aumento medio della temperatura entro i 2°, adesso si parla di arrivare a 1.5°. Se questo verrà confermato, sarà un miglioramento molto positivo che dovrà però essere monitorato ciclicamente.

D. – L’ accordo è stato definito durante la presentazione “giuridicamente vincolante”: Cosa vuol dire?

R. – E' un grande traguardo anche solo l'idea che i punti del trattato di COP21 diventino delle regole ben precise da seguire. Però, la definizione “vincolante” in ambito internazionale è un po’ ambigua. Ci saranno infatti alcuni elementi del Trattato che saranno effettivamente vincolanti, mentre altri no.

D. – Il ministro degli Esteri francese, Fabius, ha parlato anche di un consistente aiuto per adattarsi ai cambiamenti climatici per i Paesi in via di sviluppo. Quali sono questi aiuti?

R. – Sono 100 miliardi di euro all’anno che i Paesi industrializzati dovranno mettere in un Fondo per finanziare delle attività di mitigazione e adattamento nei Paesi in via di sviluppo. Significa che i Paesi industrializzati prendono coscienza e si prendono anche la responsabilità delle emissioni storiche che sono state rilasciate nell’atmosfera a partire dalla Rivoluzione industriale. E quindi riconoscono che sono i primi responsabili dei cambiamenti climatici.

D. – Anche Ban Ki-moon ha parlato di un lavoro condiviso e universale. Come mobilitare capi di governo di Stati così diversi tra loro? 

R. – Questo è uno dei punti chiave, anche perché quello che si sta definendo in questo momento a Parigi è un percorso. Di questo percorso faranno parte i governi, ma faremo parte anche tutti noi con le nostre azioni, sia con le azioni quotidiane che poi anche con la pressione che eserciteremo sui nostri governi per attuare gli strumenti nell’accordo di Parigi.

D. – Perché  questo accordo è politicamente importante?

R. – Essenzialmente si tratta di definire un nuovo modello di sviluppo. Significa quindi abbandonare il modello di produzione con energie fossili e andare verso le rinnovabili. Si sta parlando quindi di una rivoluzione.

D. – Il tuo punto di vista su COP21 è particolare perchè sei stata responsabile dei lavori della COP21 dei giovani: che responsabilità hanno e che cosa portano in eredità?

R. – Nell’accordo finale c’è un principio molto importante: quello di lasciare alle generazioni future un mondo che dia risorse e disponibilità come le abbiamo adesso. Sono i giovani che nel 2030 dovranno fare i conti con quello che si decide qui a Parigi oggi e anche impegnarsi a controllare che vengano rispettati i limiti prefissati.








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