2015-12-12 15:12:00

Gentiloni al Med 2015: priorità dell'Italia è sconfitta dell'Is


“Lavoriamo perché il Mediterraneo sia sempre meno un rischio e sempre più un’opportunità”. Così il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, ha concluso i lavori della “Med 2015”, conferenza di tre giorni organizzata a Roma dall’Ispi, l’Istituto italiano di studi politici internazionali. Un’occasione per fare il punto sulla politica estera italiana, alla vigilia della Conferenza intergovernativa sulla Libia. Il servizio di Michele Raviart:

“Un Occidente assente, un’Italia assente non aiuta il Mediterraneo nei processi di pace…”

Il “Mare nostrum” dei romani non può diventare un “mare nullius”, un mare di nessuno, spiega il ministro Gentiloni, e per questo l’Occidente non deve indugiare su “un senso di colpa paralizzante” che porta a non agire. La priorità deve essere la sconfitta dello Stato Islamico, che non può prescindere dall’impegno militare – Gentiloni ha ricordato il ruolo dell’Italia nella coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti - e politico. In questo senso, afferma il titolare della Farnesina, sarebbe utile coordinarsi con l’intervento della Russia, non privo di contraddizioni, ma di cui non si può non tenere conto. In un contesto in cui le minoranze religiose, soprattutto cristiane, rischiano di scomparire, non bisogna commettere “l’illusione pericolosa” di far passare in secondo piano il conflitto israelo-palestinese. “Se diventasse un conflitto di natura religiosa tra lo Stato di Israele e la versione fondamentalista dell’Islam, ci sarebbero pericoli ancora maggiori di quelli attuali”, ha detto il ministro. Sulla crisi in Libia, che sarà discussa domani a Roma, “non dobbiamo imporre niente a nessuno”, ma “creare condizioni perché fra le parti libiche si possa allargare e rafforzare l’embrione di intesa per arrivare a un governo di unità nazionale”.








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