2015-12-12 12:58:00

Appello vescovi svizzeri al governo: fare di più per i rifugiati


La Svizzera non fa abbastanza sul fronte degli aiuti umanitari in Medio Oriente e in Africa, di cui è “corresponsabile”. A denunciarlo sulle pagine del quotidiano “Schweiz am Sonntag” è mons. Markus Büchel, presidente della Conferenza episcopale Svizzera (Ces).

Il dovere di proteggere i rifugiati che non scelgono di fuggire dal loro Paese
Il presule è rientrato da poco da una visita di cinque giorni in Libano, insieme a Gottfried Locher, presidente della Federazione delle Chiese protestanti svizzere (Feps), in cui ha incontrato rappresentanti delle comunità cristiane locali e delle ong svizzere impegnate nell’aiuto ai rifugiati siriani. La delegazione ha potuto constatare le difficili condizioni nei campi profughi del Paese dei Cedri che accoglie 2 milioni di rifugiati, pari alla metà della popolazione libanese. Per mons. Büchel, la Svizzera dovrebbe impegnarsi di più nella crisi della regione per assicurare più protezione a queste persone e fare in modo che non debbano fuggire.

No alla riduzione degli aiuti umanitari
Il presule ha quindi puntato il dito contro le forze politiche elvetiche che vorrebbero ridurre gli aiuti umanitari, perché, ha detto, “siamo corresponsabili, con la nostra ricchezza, della miseria in Medio Oriente e in Africa”. “Molti dimenticano – ha aggiunto - che i rifugiati che vengono in Svizzera hanno perso la loro casa e il loro Paese. La grande maggioranza non viene volontariamente”. Per questo – ha concluso - è importante affrontare il problema alla radice, invece di “concentrare il dibattito politico sugli eventuali immigrati economici e le persone pericolose”. Da ricordare che l’emergenza rifugiati è stato uno dei temi discussi alla recente assemblea ordinaria dei vescovi svizzeri svoltasi dal 30 novembre al 2 dicembre Saint-Maurice. (L.Z.)








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