Il diritto all’abitazione è un diritto umano fondamentale che necessita di maggiori tutele: questo, in sintesi, l’appello lanciato dalla Conferenza episcopale irlandese (Icbc), in una nota diffusa in vista della Giornata internazionale dei diritti umani, che ricorre il 10 dicembre. Nel documento, i presuli ricordano quanto scritto nell’enciclica 'Laudato si’ di Papa Francesco, ovvero che l’emergenza abitativa è “uno dei temi principali dell’ecologia umana” e sottolineano come tale principio sia contenuto anche nella Dichiarazione universale dei diritti umani (art.25), quando afferma: “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'abitazione”.
Emergenza abitativa ha gravi conseguenze sui bambini e la famiglia
Pensando, in particolare, ai “senzatetto”, i vescovi di Dublino evidenziano le conseguenze
negative dell’insicurezza abitativa, in particolare sulla “salute, i rapporti umani,
l’accesso all’educazione ed al lavoro, la possibilità di partecipare alla vita sociale
e di contribuire alla comunità”. Non solo: “Gravi conseguenze a lungo termine, derivanti
da tale emergenza – nota l’Icbc – possono ricadere sui bambini o portare alla disgregazione
familiare”. Di qui, il richiamo dei presuli alla “promozione del bene comune e della
coesione sociale”, che devono essere “una priorità dell’agenda politica”.
La casa è qualcosa di più di un bene immobiliare
Al centro della preoccupazione dei vescovi anche la questione delle ipoteche per i
proprietari di abitazioni: serve “una strategia” – spiegano i presuli – per affrontare
tale problema, tenendo conto che “la casa di famiglia è molto più di una semplice
proprietà o di un bene immobiliare”. È quindi “vitale” che “le banche e le istituzioni
finanziarie” abbiano, nei confronti dei proprietari e degli inquilini, “un atteggiamento
non solo conforme ai più alti standard etici, ma anche in favore del bene comune,
mettendo le famiglie in condizione di poter conservare la propria abitazione”.
Non stigmatizzare i senzatetto. Aiutare rifugiati e richiedenti asilo
Soprattutto, in vista dell’inverno, “è urgente evitare che sempre più famiglie diventino
senzatetto”, poiché il non avere una casa “può portare ad un senso di alienazione
e rigetto della società”. Infatti, “un terribile stigma ed un senso di vergogna ricade
sui senzatetto, portandoli all’isolamento”. La Chiesa irlandese, poi, non dimentica
i rifugiati ed i richiedenti asilo, in particolare provenienti da Siria ed Eritrea,
ribadendo che “tale situazione deve essere risolta urgentemente, supportando l’integrazione
e la coesione sociale” all’interno della popolazione. Lo stesso dicasi per “le persone
che escono di prigione”: nei loro confronti, la società non deve apparire “inospitale
o poco solidale”.
Investire nel sociale per risolvere la crisi abitativa
“L’inadeguata tutela del diritto abitativo – continuano i presuli – sta causando crisi
umanitarie e ponendo le basi per ulteriori emergenze in futuro”, mentre “nessuna nazione
può esimersi dalle sue responsabilità nell’affrontare la situazione degli sfollati
a causa di conflitti, povertà o degrado ambientale”. In questo tempo di Avvento, dunque,
è importante stare accanto a tutti coloro che “vivono la penosa realtà del non avere
una casa” e per questo è fondamentale anche “sostenere quelle organizzazioni, comunità
di base ed associazioni di volontariato che operano nel settore”, investendo anche
nel sociale “per trovare soluzioni sostenibili”. (I.P.)
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