2015-12-10 07:20:00

Vertice Clima: Fabius, ancora troppi i punti di disaccordo


Dopo oltre 10 giorni di negoziati, la Conferenza sul Clima di Parigi vive le sue ultime serrate battute, per trovare un accordo entro domani. Si lavora sulla bozza, rivista rispetto a quella di sabato scorso - 29 pagine invece delle precedenti 48 - e comunque probabile di modifiche già nella tarda mattinata di oggi. Il servizio di Giada Aquilino:

“Differenziazione, finanziamenti, ambizione” sugli obiettivi a lungo termine. Sono questi i tre punti su cui non c’è consenso: “troppi”, ammette il ministro degli Esteri francese e presidente della Cop 21, Laurent Fabius. A cominciare dalla differenziazione, ossia il riconoscimento del fatto che gli sforzi richiesti a ciascun gruppo di Paesi non debbano essere gli stessi, per la diversità di crescita delle diverse aree. In materia finanziaria, il nodo riguarda il meccanismo di aiuto agli Stati più vulnerabili per affrontare i cambiamenti “permanenti e irreversibili”, che costringono intere popolazioni a fuggire dalle aree colpite. Restano infine aperte le opzioni sulla soglia da fissare per il riscaldamento globale: dire chiaramente 1,5 o 2 gradi, oppure trovare una formulazione che includa entrambi i valori, puntando a restare “ben al di sotto” di 2 e promettendo un “incremento dello sforzo” per restare il più vicino possibile a 1,5. Per l’accordo finale gli Stati Uniti hanno annunciato di essersi associati all’alleanza dei 79 Paesi africani, caraibici e del Pacifico con l'Unione Europea per un’intesa vincolante. L’altro blocco è guidato da Cina, India, Arabia Saudita. La terza forza è rappresentata dai Paesi sviluppati più prudenti sui tagli dei gas serra, come Australia, Canada, Giappone, Russia, Nuova Zelanda.








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