Il Giubileo straordinario della misericordia, inaugurato ieri da Papa Francesco, non si riduca “ad un’elemosina per i mendicanti”, ma sia un tempo di vero “rinnovamento” spirituale: questa l’esortazione contenuta nella Lettera pastorale della Conferenza episcopale del Sudafrica (Sacbc), diffusa in occasione dell’Anno Santo indetto dal Pontefice. “Gesù Cristo – scrivono i presuli – è il volto della misericordia del Padre” e “guardando a Lui, possiamo essere strumenti più efficaci dell’azione misericordiosa del Signore nelle nostre vite”, affinché “diventiamo tutti misericordiosi come il Padre”, come recita il motto del Giubileo.
Leggere il Vangelo di Luca, Vangelo della misericordia
Ricordando, poi, che questo Anno Santo, per volontà del Papa, è a carattere “diffuso”,
ovvero può essere celebrato nelle diocesi di tutto il mondo, la Sacbc esorta ad aprire
Porte Sante nelle diverse cattedrali sudafricane ed incoraggia i sacerdoti locali
“ad essere creativi nell’organizzare eventi e progetti giubilari sul tema della misericordia”.
Ad esempio – spiega la Lettera pastorale – i fedeli possono scegliere di “pregare
in famiglia dopo aver letto un passo del Vangelo di Luca, noto come il ‘Vangelo della
Misericordia’”.
Celebrare, e non subire, il sacramento della Riconciliazione
“Essere colmati dall’amore e dalla misericordia di Dio – proseguono i presuli – ci
stimolerà a raggiungere gli altri con le opere di misericordia spirituali e corporali”.
E non solo: “Al centro di questo Anno Santo deve esserci la Riconciliazione: incoraggiamo
i fedeli a celebrare (e diciamo ‘celebrare’, non ‘subire’) la confessione, sacramento
dell’incontro gioioso con il Signore misericordioso e compassionevole, al quale accostarsi
regolarmente”.
Raggiungere i fratelli lontani dalla Chiesa
Infine, l’auspicio della Chiesa sudafricana è che questo Giubileo sia “un tempo di
rinnovamento per tutti i membri della famiglia di Dio, così da divenire missionari
della Sua misericordia nel mondo di oggi, raggiungendo quei fratelli e quelle sorelle
che si sono allontanati dalla Chiesa”. (A cura di Isabella Piro)
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