2015-12-08 12:18:00

Siria: al via in Arabia Saudita la conferenza delle opposizioni


Si apre oggi a Riad, in Arabia Saudita, la conferenza delle opposizioni siriane in esilio e in patria, in vista dei colloqui di Vienna previsti per gennaio prossimo. Al tavolo, preceduto ieri dall'incontro tra il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov e il suo omologo saudita, Adel Jubeir, partecipano oltre 100 tra rappresentanti delle varie formazioni politiche e armate, tra cui anche gruppi estremisti islamici. Alla conferenza non sono stati invitati i miliziani del Fronte al Nusra perché  definiti "terroristi" come lo Stato Islamico.

Intanto sul terreno non si fermano le violenze: l’osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che almeno 26 civili sono stati uccisi nel nord-est della Siria, con attacchi aerei probabilmente effettuati dalla coalizione internazionale. Il ministero degli Esteri siriano ha protestato con le Nazioni Unite perché i raid della coalizione a guida Usa avrebbero colpito, per la prima volta dall’inizio dell’intervento, anche postazioni dell’esercito di Damasco, causando la morte di tre soldati e il ferimento di altri 13. La Coalizione smentisce e parla di bombardamenti  contro pozzi di petrolio controllati dall’Is.

Nel frattempo in Europa prosegue il giro di vite contro i terroristi affiliati al Califfato. La polizia spagnola ha arrestato due presunti militati dell’Is, uno in catalogna e l'altro alle Canarie, attivi nel reclutamento e nell'addestramento di jihadisti. In Germania, due giovani di origine marocchina sono stati condannati a tre anni di carcere con l’accusa di aver combattuto in Siria tra le fila dell’Is. Tuttavia, secondo un studio condotto da un gruppo di consulenti di intelligence Usa, il numero dei cosiddetti foreigni fighters - gli stranieri accorsi in Siria ed Iraq per combattere per il califfato - è più che raddoppiato nell’ultimo anno superando oltre 30mila presenze, provenienti da 86 Paesi. La ricerca mette inoltre in risalto che gli introiti dello Stato Islamico ammontano a circa 80 milioni di dollari al mese. Proventi che arrivano per un 50% circa dalla tassazione dell'attività economica nei territori sotto il suo controllo e da confische e per un altro 40% dal traffico di petrolio.








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