2015-12-08 14:17:00

L'indulgenza per rimettere i peccati in comunione con Dio e gli uomini


Le colpe davanti agli uomini e a Dio, la confessione, la remissione dei peccati e l’indulgenza: sono temi di attualità nell’Anno giubilare della Misericordia appena inaugurato. Federico Piana ha intervistato don Giulio Maspero, teologo e docente alla Pontificia Università della Santa Croce.

R. - L’essenza è che quando noi commettiamo un peccato, offendiamo Dio – questa è la parte più grave e più seria, potremmo dire ‘infinita’, quasi, del peccato stesso – però anche offendiamo tutte le altre persone, offendiamo la natura stessa. Appunto, quando uno si confessa, Dio perdona, quindi viene tolta quella che si chiama ‘la colpa’, la condanna eterna, la separazione di Dio che uno ha scelto peccando, viene risolta, viene tolta. Però, rimane l’offesa compiuta nei confronti di tutti gli altri uomini, quindi anche degli uomini di tutti i tempi e anche l’offesa rivolta alla natura. Il Signore che è giusto, oltre che misericordioso, vuole che noi anche chiediamo perdono per questo, in un certo senso, e quindi quando uno pecca c’è una dimensione di pena temporale che è ciò che, secondo la tradizione cattolica, si sconta nel purgatorio, potremmo dire: “che si ripara”. Allora, l’indulgenza, effettivamente, quello che fa è rimettere questa pena temporale: è sciolta, è eliminata. E’ un messaggio di profonda speranza e di profonda comunione con tutti.

D. – Come si ottengono queste indulgenze?

R. – L’indulgenza giubilare perché venga resa plenaria, richiede di confessarsi: bisogna prima farsi togliere la colpa, cioè l’offesa a Dio. E poi, l’altra condizione è legata all’Eucaristia: è fare la comunione eucaristica, che è l’unione della nostra vita con la vita di Cristo, del nostro corpo con il corpo di Cristo. E poi, c’è l’impegno a pregare per le intenzioni del Papa, per rafforzare il legame con la Chiesa: quindi, magari uno dice un Padre Nostro, un’Ave Maria, un Gloria oppure il Credo, per esprimere che sta pregando per il Sommo Pontefice che è il Padre di questa famiglia, anche perché come Vicario di Cristo può amministrare il ‘tesoro’: queste chiavi che Gesù ha lasciato a Pietro e poi ai suoi vicari, sono le chiavi di un tesoro, di un forziere pieno di misericordia. E poi ci sono concrete opere legate al conseguimento dell’indulgenza stessa: per esempio,  il 2 agosto, visitando la Porziuncola oppure una chiesa parrocchiale, si può ottenere l’indulgenza.








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