Ambizione e coraggio, per raggiungere un accordo “etico” e “condiviso”, in nome “del bene comune e della solidarietà”: questo l’auspicio del card. Peter Turkson per i risultati della Cop21, la Conferenza internazionale sul clima in corso a Parigi. Il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e pace è intervenuto, stamani, nella capitale francese, ad un incontro Onu ad alto livello, alla presenza di Capi di Stato e di governo di tutto il mondo.
Nessuno ha il diritto di abusare dell’ambiente
Ricordando che il punto di vista della Chiesa non
è quello di “una particolare nazione”, bensì di “tutta la famiglia umana”, il porporato
sottolinea che “nessuno ha il diritto di abusare dell’ambiente” e che quando esso
viene danneggiato, “i poveri, i più impossibilitati a difendersi, sono coloro che
soffrono maggiormente”. Per questo, dice il card. Turkson, “non si può rimanere ciechi
di fronte alle ingiustizie ed alle iniquità con qui vengono maltrattati il nostro
pianeta e milioni di persone”, poiché “nessuno ha il diritto di confinare alcuni popoli
nella disperazione e nella miseria”, con “azioni distruttive o indifferenza”. Non
solo, incalza il porporato: “Nessuno ha il diritto di privare le generazioni future
della possibilità di vivere sul nostro pianeta”.
Occorre sviluppo più umano, altrimenti progresso diventa regresso
Riprendendo, poi, alcuni punti essenziali dell’Enciclica
“Laudato si’” di Papa Francesco, il card. Turkson sottolinea che “il deterioramento
climatico deriva da un nozione obsoleta di sviluppo” e che “ciò che occorre, invece,
è un altro tipo di progresso, che sia più salutare, più umano, più sociale e più integrale”.
Di qui, l’invito agli Stati presenti alla Cop21 a raggiungere un accordo che non guardi
solo “gli interessi ristretti” di ogni singola nazione, perché “è giunto il momento
di agire”, puntando ad una “conversione ecologica”. Il progresso, infatti – spiega
il presidente del dicastero Giustizia e pace – “si è basato troppo a lungo sull’energia
fossile ed ora, a causa dell’accumulo di emissioni, tale progresso è diventato un
regresso”.
Etica, bene comune e solidarietà: virtù indispensabili
Etica, bene comune e solidarietà sono, quindi, “le
virtù indispensabili” indicate dal card. Turkson “perché qualunque impegno al cambiamento
risulti efficace”. Anzi: è proprio “la mancanza di linee-guida etiche a rendere difficili
i negoziati attuali”. Un altro punto essenziale evidenziato dal porporato riguarda
“la differenziazione delle responsabilità”: le nazioni che “hanno contribuito maggiormente
alle emissioni di gas-serra ed hanno beneficiato di più del periodo industriale devono
ora agire per aiutare maggiormente i Paesi che hanno appena iniziato a svilupparsi”.
L’auspicio, dunque, è che l’accordo finale della Cop21 sia basato su “una visione
condivisa, rafforzata dalla determinazione e dal coraggio di garantire un’intesa giuridicamente
vincolante ed equamente trasformante”.
Dialogo costruttivo, essenziale per i negoziati e per la pace
“La Cop21 deve essere ambiziosa – continua il porporato
– Gli investimenti mondiali per l’energia pulita dovrebbero essere di circa 2 trilioni
di dollari all’anno, tra ora ed il 2030”. Si tratta di “una cifra enorme – sottolinea
il card. Turkson – che rappresenta meno del 2 per cento del Pil mondiale ed è pari,
all’incirca, alla spesa militare annua in tutto il mondo”. Infine, il porporato richiama
ad “uno spirito di dialogo genuino e costruttivo, essenziale per costruire la fiducia
all’interno dei negoziati”, per “riscoprire la nostra dignità umana e ripartire come
fratelli e sorelle”, capendo “come prevenire il conflitto e costruire la pace”. “L’umanità
è un’unica famiglia – conclude il presidente di Giustizia e pace – In quanto fratelli
e sorelle, abbiamo una sola casa comune e dobbiamo averne cura”. (I.P.)
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