2015-12-07 07:00:00

Il Papa in collegamento con Assisi: Natale è aprirsi al perdono


Aprire il cuore alla misericordia, di fronte alle stragi dei migranti in mare, “non facili da perdonare”: questo l’invito di Papa Francesco in video-collegamento con Assisi. Dal Vaticano, il Pontefice ha acceso simbolicamente il Presepe e l'Albero di Natale allestiti davanti alla Basilica Inferiore di San Francesco di Assisi, entrambi dedicati ai migranti. Dal Papa anche un ringraziamento all’Italia per la generosa accoglienza dei profughi. Il servizio di Isabella Piro:

Quanto misura la salvezza? Sette metri, come un barcone di legno, consumato dal mare. Una barca che, il 13 marzo 2014, ha salvato la vita a nove migranti partiti dalla Tunisia e sbarcati a Lampedusa in cerca di un futuro migliore. Questo barcone è la “capanna” simbolica nella quale è stato allestito il Presepe di Assisi, dedicato a tutti i migranti. La Sacra Famiglia campeggia al centro dello scafo, circondata da giubbotti di salvataggio e protetta da un grande Albero di Natale, donato alla città umbra dalla Regione Lombardia.

Il Signore è più forte della morte: aprire il cuore alla misericordia
In video-collegamento in diretta dal Vaticano, Papa Francesco accende simbolicamente, con una candela, le luci dei due emblemi natalizi. Ricorda i tanti morti annegati in mare e sottolinea: il Signore è venuto per darci speranza, per dirci che Lui è più forte della morte, è più grande di ogni malvagità, è misericordioso:

“In questo Natale vi invito ad aprire il cuore alla misericordia, al perdono. Ma non è facile perdonare queste stragi. Non è facile”.

Sud Italia, esempio di solidarietà per tutto il mondo
Salutando, poi, gli uomini della Guardia Costiera, definiti “strumenti” e “seminatori di speranza di Gesù”, il Papa ringrazia l’Italia per l’accoglienza “generosamente” offerta ai migranti:

“Il Sud Italia è stato un esempio di solidarietà per tutto il mondo! A tutti loro auguro che, quando guardano il Presepe, possano dire a Gesù: ‘Anche io ho dato una mano perché Tu sia un segno di speranza!’ ”.  

Il Signore è vicino ai rifugiati. Il Natale sia la carezza di Dio
Presenti alla cerimonia, anche trentuno rifugiati provenienti da Afghanistan, Camerun, Nigeria e Siria, sostenuti dalla Caritas di Assisi. A loro, il Papa si rivolge direttamente:

“A tutti i rifugiati, vi dico una parola, quella del profeta: alzate la testa, il Signore è vicino. E con Lui la forza, la salvezza, la speranza. Il cuore, forse, è addolorato, ma la testa è alta nella speranza del Signore. A tutti voi, rifugiati, a tutti voi della Guardia Costiera, vi abbraccio e vi auguro un Santo Natale, pieno di speranza, e con tante carezze del Signore”.

La testimonianza di una migrante  
Prima del suo intervento, il Papa ascolta due testimonianze: la prima è quella di una giovane rifugiata del Cameroun che, nella fuga dal suo Paese, ha perso la figlia di quattro anni. Prigioniera in Libia per tre mesi, seviziata nonostante fosse incinta, è uscita sana e salva da un viaggio della speranza, a bordo di un gommone carico di 125 persone.

La bimba di pochi giorni salvata dal mare
Poi è la volta di Antonio, membro della Guardia Costiera che con il suo equipaggio ha salvato oltre 5mila migranti. Tra loro, anche una persona speciale, strappata al mare lo scorso agosto:

“La prima ad essere salvata fu una piccola bambina, quasi invisibile nel salvagente che la circondava. Aveva solo quattro giorni di vita. Era venuta al mondo la sera prima di prendere il mare, di intraprendere quel ‘viaggio della speranza’ con il papà, la mamma ed il fratellino di due anni. Le attenzioni di tutto l’equipaggio furono rivolte a questa fragilissima creatura che davvero sentivamo di aver strappato ad un destino crudele”. Ad accompagnare la cerimonia, un coro di cento voci bianche che intona canti natalizi.

Mons. Gänswein: preghiera, conversione e missione per arrivare a Cristo
Prima del collegamento con il Papa, è mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia, a celebrare la Santa Messa all’interno della Basilica Inferiore di Assisi. Nella sua omelia, il presule invita a porsi all’ascolto della Parola del Signore, percorrendo tre vie, sull’esempio di San Giovanni Battista: il deserto, ovvero il luogo della preghiera e della riflessione; la conversione, che cambia radicalmente la nostra vita attraverso la carità e la speranza; infine, la missione, perché il cristiano non deve aver paura di parlare di Cristo.








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