2015-12-06 14:30:00

Kasper: Giubileo della Misericordia per una Chiesa dalle porte aperte


“E’ un grave scandalo che oggi la Chiesa sia considerata da molti come non misericordiosa”. Lo afferma il cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, alla vigilia dell’apertura dell’Anno Santo della Misericordia che inizierà l’8 dicembre, nella Solennità dell’Immacolata Concezione. Nel 2013 il porporato aveva pubblicato il libro ‘Misericordia: concetto fondamentale del Vangelo – Chiave della vita cristiana’ che il Papa citò nel suo primo Angelus. Sui motivi di questo Giubileo, ascoltiamo il cardinale Kasper al microfono di Fabio Colagrande:

R. – Penso che Papa Francesco abbia considerato la situazione attuale e nel mondo di oggi abbiamo davvero bisogno della misericordia, di un nuovo slancio, di un nuovo inizio: non possiamo continuare così come abbiamo fatto finora, dobbiamo perdonarci gli uni gli altri e soprattutto abbiamo bisogno del perdono di Dio e della misericordia di Dio. Tutti noi siamo peccatori, ma dobbiamo ricominciare daccapo e penso che l’iniziativa del Papa di annunciare quest’Anno Santo della Misericordia sia veramente un atto profetico, che corrisponde al bisogno del nostro tempo.

D. – Nella Bolla di indizione, il Papa afferma che la Chiesa ha perso molta credibilità perché non ha saputo praticare la misericordia…

R. – Spesso abbiamo parlato di un Dio che punisce o di un Dio che minaccia, di un Dio della vendetta. Tutto ciò è anche nell’Antico Testamento ma non esiste in Gesù; e noi dobbiamo partire da Gesù che è il volto di Dio, il volto di un Dio misericordioso e perciò dobbiamo parlare in modo nuovo di un Dio che accoglie, di un Dio che ascolta, di un Dio che vede la miseria dell’uomo, che ci accompagna. E penso che questo Dio possa avere davvero un’attrattiva nuova per l’uomo di oggi.

D. – Lei ha usato un’espressione molto bella: “La mistica della misericordia è la mistica degli occhi aperti”: che vuol dire?

R. – Vuol dire occhi aperti per vedere la miseria dell’altro, per i bisogni che oggi cambiano molto velocemente; occhi aperti per vedere nell’altro il volto di Gesù Cristo che ha detto: ‘Quello che avete fatto all’altro, lo avete fatto a me’. Questi occhi aperti sono quindi una vera mistica nuova o rinnovata: è la mistica del Buon Samaritano e Papa Paolo VI, non a caso, alla fine del Concilio ha detto: “La spiritualità del Concilio Vaticano II è quella del Buon Samaritano”.

D. – Potremmo dire che senza misericordia non c’è futuro?

R. – Senza misericordia restiamo sempre nel circolo vizioso della vendetta, delle ingiustizie. Dobbiamo invece dire “basta”, ricominciare daccapo, insieme: abbiamo un futuro solo se saremo uniti, non avremo un futuro se l’uno sarà contro l’altro. Perciò la misericordia è anche la forza che ci porta nel futuro e allo stesso tempo è un dono di Dio, perché ci vuole una certa “nobiltà” per applicare la misericordia: questo è un dono di Dio, un dono per il futuro del mondo di oggi.

D. – Dal punto di vista ecclesiologico, la misericordia può essere un elemento per dare una nuova forma alla Chiesa?

R. – Sì, la Chiesa è segno e strumento della grazia e anche della misericordia di Dio. Ma può essere segno e strumento della misericordia soltanto se essa stessa è plasmata dalla misericordia. E penso che sia un grande scandalo che la Chiesa sia considerata da molti, al suo esterno, come non misericordiosa. Questo aspetto la Chiesa lo deve cambiare, deve diventare – come dice il Papa – una Chiesa dalle porte aperte e dalle finestre aperte, una Chiesa in uscita che va alle periferie, e non una fortezza chiusa.








All the contents on this site are copyrighted ©.