2015-12-05 12:30:00

Papa a scuole cattoliche: non svendere valori cristiani è armonia non ideologia


La scuola cattolica sia “aperta a tutti” e educhi i ragazzi ai più autentici valori umani e cristiani, senza ideologia né retorica. È l’invito che Papa Francesco ha rivolto all’Associazione dei genitori delle scuole cattoliche (Agesc), durante un’udienza per il 40.mo anniversario di fondazione dell’organismo. Le scuole paritarie, ha soggiunto Francesco, non “svendano” mai la propria identità anche se la crisi crea dei seri problemi. Il servizio di Alessandro De Carolis:

“Essere educatori cattolici fa la differenza”. Non è la bandiera di un orgoglio sventolato tanto per fare audience. Anzi è proprio contro una formazione pilotata ideologicamente che Papa Francesco pone la responsabilità della scuola che si fregia del titolo di “cattolica”.

Il patto educativo è rotto
All’Associazione dei genitori che per i propri figli hanno scelto questo percorso formativo – esercitando con ciò, sottolinea, il dovere e il diritto “primario e irrinunciabile” di educarli secondo coscienza – Francesco ribadisce prima di tutto la necessità di promuovere una “educazione inclusiva”, che “faccia posto a tutti e non selezioni in maniera elitaria – dice – i destinatari del suo impegno”. Un impegno che, in pratica, consiste nel “gettare ponti tra scuola e territorio, tra scuola e famiglia, tra scuola e istituzioni civili”:

“Ripristinare il patto educativo, perché il patto educativo si è rovinato, perché il patto educativo è rotto! E dobbiamo ripristinarlo. Gettare ponti: non c’è sfida più nobile! Costruire unione dove avanza la divisione, generare armonia quando sembra avere la meglio la logica dell’esclusione e dell’emarginazione”.

La sfida dietro un aggettivo
Nelle parole del Papa vibra ancora forte l’eco delle sue affermazioni al recente Congresso mondiale promosso dal dicastero dell’Educazione Cattolica:

“Prego il Signore che la scuola cattolica non dia mai per scontato il significato di questo aggettivo! Infatti, essere educatori cattolici fa la differenza (...) Ad esempio: sappiamo che la scuola cattolica deve trasmettere una cultura integrale, non ideologica. Ma che cosa significa questo concretamente? O ancora, siamo convinti che la scuola cattolica è chiamata a favorire l’armonia delle diversità. Come si può attuare questo in concreto? E’ una sfida tutt’altro che facile”.

La sfida si può vincere con la consapevolezza. Si vince, afferma Francesco, se la “comunità educante” – docenti, operatori, studenti, genitori – viva da protagonista “del processo educativo”. Siate – esorta – non “fuori dal mondo, ma vivi, come il lievito nella pasta”:

Attenti alla persona non alla retorica
“L’invito che vi rivolgo è semplice ma audace: sappiate fare la differenza con la qualità formativa. Sappiate trovare modi e vie per non passare inosservati dietro le quinte della società e della cultura. Non destando clamori, non con progetti farciti di retorica. Sappiate distinguervi per la vostra costante attenzione alla persona, in modo speciale agli ultimi, a chi è scartato, rifiutato, dimenticato. Sappiate farvi notare non per la ‘facciata’, ma per una coerenza educativa radicata nella visione cristiana dell’uomo e della società”.

Non svendere i valori umani e cristiani
E dal momento che tutto questo costa, e il Papa ne è ben cosciente, la conclusione è un atto di solidarietà paterna. La crisi, riconosce Francesco, pesa sulle scuole paritarie, “molte delle quali sono costrette a chiudere”, e così “la tentazione dei ‘numeri’ si affaccia con più insistenza, e con essa quella dello scoraggiamento”:

“Ma nonostante tutto vi ripeto: la differenza si fa con la qualità della vostra presenza, e non con la quantità di risorse che si è in grado di mettere in campo (...) Non svendete mai i valori umani e cristiani di cui siete testimoni nella famiglia, nella scuola, nella società. Date generosamente il vostro contributo perché la scuola cattolica non diventi mai un 'ripiego' o un’alternativa insignificante tra le varie istituzioni formative”.








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