Il Sinodo dei vescovi sulla famiglia, gli indennizzi alle vittime di abusi sessuali, i rifugiati in Medio Oriente: sono alcuni degli argomenti affrontati dalla Conferenza episcopale svizzera riunitasi per la sua 310.ma assemblea ordinaria dal 30 novembre al 2 dicembre a Saint-Maurice. A riferire dei lavori sinodali è stato mons. Jean-Marie Lovey, vescovo di Sion, che ha preso parte all’assise come rappresentante della Chiesa cattolica svizzera. In vista di un possibile documento del Papa, i presuli raccomandano ai fedeli una speciale attenzione e ricordano che la riconciliazione e il perdono – fondamentali nella riflessione sul matrimonio e la famiglia – costituiscono gli elementi centrali dell’Anno della Misericordia che sta per iniziare. Nel comunicato pubblicato al termine dell’Assemblea, i vescovi svizzeri, inoltre, riaffermano la convinzione che lo Stato e la società civile hanno una responsabilità particolare per la sopravvivenza del valore inestimabile che è la famiglia come cellula di base della società e plaudono agli sforzi del legislatore per garantire il matrimonio come unione stabile di un uomo e di una donna.
Un fondo delle diocesi indennizzerà quanti hanno subito abusi sessuali
Circa gli indennizzi per abusi sessuali caduti in prescrizione sia nel diritto civile
che canonico, la Conferenza dei vescovi svizzeri ha pubblicato delle direttive che
prevedono la creazione di un fondo – che sarà alimentato principalmente dalle diocesi
e ancora da congregazioni religiose – e la costituzione di una commissione che dovrà
decidere delle modalità dei versamenti. Si prevede che l’indennizzo alle vittime sarà
essenzialmente versato come contributo finanziario unico fino a 10mila franchi.
Solidarietà ai cristiani del Medio Oriente e collette per l’avvento e il
Natale
Nel corso dei lavori i presuli sono stati informati poi del viaggio in Libano, dal
23 al 27 novembre, di una delegazione comune della Conferenza episcopale svizzera
e della Federazione delle Chiese protestanti di Svizzera che ha voluto esprimere solidarietà
alle comunità cristiane del Medio Oriente che vivono in difficoltà e che si impegnano
per la libertà religiosa e i diritti dell’uomo. La delegazione ha inoltre riferito
che il Libano non riceve aiuti internazionali per i rifugiati cristiani, sostenuti
solamente da organizzazioni ecclesiali come “Aiuto alla Chiesa che soffre” e “Associazione
svizzera di Terra Santa”. Per tale motivo i vescovi svizzeri chiedono alle parrocchie
di sostenere tali organizzazioni attraverso doni o collette durante l’Avvento o il
Natale.
Posti di lavoro a rischio con la soppressione dei magazine religiosi ad
Rts
Infine, i presuli hanno espresso rammarico per la soppressione dei magazine religiosi
ecumenici realizzati alla Radio Televisione Svizzera francofona (Rts) che molto probabilmente
provocherà la diminuzione di posti di lavoro presso Cath-Info e Médias-Pro.
(A cura di Tiziana Campisi)
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