2015-12-04 13:21:00

Vertice Cina-Africa. Zanotelli: stop al "land-grabbing"


Pechino ha annunciato una serie di importanti aiuti per il continente africano. Lo ha detto oggi il presidente Xi Jinping nel corso del vertice “Cina-Africa”, a Johannesburg, in Sudafrica. Si tratta di interventi per 60 miliardi di dollari. L’iniziativa conferma la sempre più marcata influenza della Repubblica Popolare cinese sull’Africa, insieme con quella di altre grandi potenze, un’influenza, tuttavia, che non sempre ha portato benessere alle popolazioni locali. Giancarlo La Vella ne ha parlato con padre Alex Zanotelli, missionario comboniano:

R. – Bisogna sempre sottolineare che la maledizione dell’Africa è la sua ricchezza. Nessun continente ha le ricchezze nel sottosuolo che ha l’Africa. E’ chiaro che queste ricchezze fanno gola alle grandi potenze, soprattutto agli Stati Uniti, all’Inghilterra, alla Francia … Oggi anche la Cina sta effettivamente penetrando un po’ in tutto il continente e questi incontri Cina-Africa sono molto significativi. Bisogna riconoscere che la Cina sta anche facendo dei lavori, in Africa: strade e cose simili. Ma sta soprattutto depredando l’Africa in mille maniere. Una di questa è certamente il “land grabbing”, cioè l’occupazione di terre, dove si coltiva non per la gente, ma per portare poi i prodotti in Cina, perché anche la Cina ha sempre più bisogno di cibo. Questo è un po’ il dramma, il problema di questo Continente: il pil cresce sempre più, ma a guadagnarci sono sempre poche persone. La maggioranza della gente è sempre più povera e sempre più oppressa.

D. – Potrebbe fare qualcosa, a livello di comunità internazionale, l’Europa, ad esempio?

R. – L’Europa, dalla sua, obbliga l’Africa con trattati a diventare mercato; l’Africa dovrà togliere tutte le barriere tariffarie che ha e che cosa comporterà questo? Che l’Europa, dove l’agricoltura è sussidiata con 50 miliardi di euro all’anno, potrà immettere i propri prodotti sui mercati africani a prezzi bassissimi e, dato che non ci sono tariffe, né altro, riuscirà a conquistare anche il mercato agricolo africano e ad affamare così ancora di più l’Africa …

D. – Può nascere qualcosa all’interno dell’Africa, per gestire in proprio queste ricchezze?

R. – Penso che una delle vie ce l’abbia indicata Papa Francesco, quando, sia in Kenya, sia a Bangui, sia in Uganda, ha accennato ad una realtà fondamentale, che sono i movimenti popolari. Papa Francesco viene dall’America Latina dove i movimenti popolari sono molto forti; non altrettanto in Africa. Io penso che uno dei lavori, anche per noi che lavoriamo in Africa – i missionari, le Chiese, eccetera – dovrebbe essere quello di formare i movimenti popolari, accompagnare questi movimenti su problemi come il lavoro e la casa. Sarà la gente che dovrà davvero incominciare a organizzarsi e a domandare rispetto per i propri diritti. E’ questa la via che, penso, sia l’unica che rimanga aperta per l’Africa.








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