2015-12-03 10:45:00

A Roma la Fiera della piccola editoria "Più libri più liberi"


A Roma torna “Più libri più liberi”. Si svolge dal 4 all'8 dicembre la quattordicesima edizione della Fiera della piccola e media editoria nella consueta sede del Palazzo dei Congressi. Un appuntamento per grandi e piccini fatto di anteprime, incontri con gli autori e spettacoli. Corinna Spirito ha intervistato Antonio Monaco, presidente del gruppo Piccoli Editori AIE e responsabile del Comitato promotore di “Più libri più liberi”:

R. – Come tutti gli anni, “Più libri più liberi” si propone di presentare le novità, le cose più significative della piccola editoria indipendente, e quindi anche quest’anno propone autori che contiamo che nel tempo possano avere grande successo. Non dimentichiamo che Zerocalcare è stato presentato per la prima volta proprio a “Più libri”. Ci sono quindi autori di Paesi come il Sudamerica, come la Germania, come i Paesi subsahariani; ci sono autori come Marc Lazar, Alain Mabanckou, Morten Brask che magari oggi non sono così noti in Italia ma che sono, appunto, portati dai piccoli editori. E questi autori sono accompagnati – questa è la novità di quest’anno – da autori invece molto conosciuti in Italia, come Massimo Carlotto, Erri De Luca, Andrea Camilleri, Paolo Poli, Giuseppe Pulicchia, Giancarlo De Cataldo che fanno, in qualche modo, da testimoni-presentatori-accompagnatori di molti autori che ancora non sono noti. La manifestazione ha una sua funzione divulgativa: vuole avvicinare le famiglie – perché questo è il nostro destinatario, e proponiamo infatti iniziative in parallelo per i bambini e per i genitori, che possono quindi venire alla manifestazione seguendo ciascuno i propri interessi – e vuole far conoscere ciò che ancora non è noto. Se pensiamo che dall’anno scorso a quest’anno gli editori presenti hanno pubblicato più di 4.000 libri, nel senso quindi di novità significative, all’interno della manifestazione ne presenteremo complessivamente almeno 400: sono il 10 per cento ma sono la possibilità per i lettori di scoprire cose che diversamente non potrebbero fare, perché hanno in questa occasione una visibilità, la possibilità del contatto diretto con gli autori o con gli editori o con i traduttori o con gli illustratori, che solitamente non è fattibile.

D. – Come si muove la Fiera del Libro in un Paese che legge sempre meno?

R. – Sicuramente questo è un dato preoccupante. L’Italia è l’unico Paese occidentale nel quale i lettori diminuiscono; mentre da altre parti continuano a crescere o sono stabili, in Italia sono già due anni di seguito che diminuiscono. Quindi, ovviamente questo è un elemento preoccupante. Una manifestazione come la nostra non può che tentare di fare una proposta sempre più rigorosa, qualificata trovando delle formule in cui sia piacevole venire lì, poter assecondare i propri gusti, potersi fare sorprendere da qualcosa che non si conosce … Però, la qualità dell’offerta è il modo in cui noi cerchiamo di rispondere a questa “disaffezione” in generale, puntando sul fatto che noi pensiamo sia una proposta positiva e cerchiamo di mostrarla. È una sfida e si tratterà di vedere che cosa accade.

D. – In questo panorama, qual è il mercato dei piccoli editori in Italia?

R. – Il mercato del libro in Italia, in generale, si è ristretto: tra il 2010 e oggi è diminuito dal 20% al 25%, rispetto a quello che era prima. E quando un mercato si restringe, naturalmente i grandi editori tendono a concentrarsi e a occupare anche quegli spazi dove prima non erano. I piccoli, per difendersi, possono aggregarsi, possono diventare ancora più specializzati, quindi farsi riconoscere ancora di più dal proprio pubblico, offrire un servizio adeguato, oppure essere fortemente innovativi, cioè andare a scoprire cosa c’è di nuovo. Su tutti questi piani i piccoli editori italiani si stanno muovendo, resistendo in un certo senso. Ovviamente la difficoltà si sente, la crisi c’è ancora; c’è però una certa resistenza da parte dei piccoli editori, nonostante le difficoltà.

D. – Tornando a “Più libri, più liberi”: tra gli ospiti di quest’anno ci saranno anche alcuni “youtubers”. Cosa portano le star del web in una fiera del libro?

R. – Ci rendiamo conto che oggi la proposta culturale sta avvenendo in modalità diverse, stanno cambiando i linguaggi. Abbiamo citato prima l’editoria per ragazzi: è stata quella che è stata maggiormente investita dai cambiamenti. Ha cambiato formati, formule, materiali con cui sono fatti i libri e certamente il linguaggio del web è una delle novità importanti di questo momento, che cambia il modo con cui si pongono gli autori, nel rapporto diretto con il loro pubblico, quindi sono una sfida anche alla domanda “a che cosa servono gli editori”, e dall’altra parte, però, riformulano anche il modo con cui si fa informazione, si fa verifica di quello che accade. Noi non vogliamo avere un rapporto ingenuo con queste nuove realtà; vogliamo avere un rapporto critico. Ma ci interessa molto conoscerle, vedere, entrare in contatto, capire che non avvengano delle semplificazioni eccessive, perché la qualità della cultura non può avvenire in maniera troppo semplice …








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