2015-12-02 14:29:00

COP21: porsi obiettivi vincolanti e revisioni periodiche


"Per la prima volta i diversi paesi sono arrivati a questo appuntamento con un proprio pacchetto di misure, ancora volontarie, da prendere nella direzione del contenimento delle temperature del pianeta. E questo approccio 'dal basso' è da considerare positivo. Ora ci aspettiamo un salto di qualità alla luce anche del fatto che le precedenti Cop sono state un buco all'acqua. Dobbiamo andar via da Parigi con un accordo che obblighi ciascuna parte a fare il proprio compito - come propone Obama - e che questo compito sia verificato ogni cinque anni". Chiara Tintori, redattrice della rivista Aggiornamenti Sociali, fa parte della Rete Nazionale dei Centri per l’Etica Ambientale, presenta le sfide sul tavolo poste a Parigi in questi giorni, guardando al diario realizzato dal gruppo di gesuiti e laici dell'Equipe Ecojesuit che sta seguendo la Conferenza Onu sul clima.

"Oltre l'80% dell'energia proviene da petrolio, carbone, gas. Abbiamo bisogno di una transizione energetica che corra in parallelo sui due binari di una migliore efficienza (sprecare meno) e di un passaggio alle rinnovabili. Una transizione che è difficile ipotizzare in modo analogo per i diversi paesi, l'importante è che sia vincolante. Fa piacere comunque constatare che i paesi che si sono dimostrati più inquinanti tra il 1990 e il 2012 (Usa, Ue e Cina) siano ora anche quelli più attivi sulla piattaforma di Cop21 e più desiderosi di arrivare a un cambiamento. Certamente nessun accordo potrà essere realistico e credibile se non si arriverà a 100 mld di dollari di stanziamento fino al 2020". 








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