2015-11-30 14:09:00

Don Mathieu Bondobo: centrafricani hanno sentito il Papa molto vicino


Papa Francesco ha lasciato un messaggio molto forte a un Centrafrica ancora ferito dalle violenze. Ma quali sono le parole chiave che hanno toccato il popolo centrafricano? Sergio Centofanti lo ha chiesto a don Mathieu Bondobo, rettore della Cattedrale di Bangui, che ha tradotto tutti i discorsi del Pontefice in lingua sango:

R. – Due parole molto importanti: la pace e la misericordia. Il Santo Padre ha insistito tantissime volte su queste due cose, perché per arrivare alla pace bisogna passare attraverso la misericordia. Ma ce n’è anche una terza: la giustizia. Queste sono le parole chiave che rimangono.

D. – Quali sono stati i momenti più significativi di questa visita del Papa in Centrafrica?

R. – Diciamo praticamente tutto il viaggio! La grande celebrazione eucaristica nello stadio; ma non bisogna dimenticare l’appuntamento di questa mattina alla Moschea centrale. Quello è stato un momento veramente bello! Una grande gioia! Lì si è visto che è tutto un popolo che ha accolto il Santo Padre: non solo i cristiani, ma tutto un popolo. E poi l’apertura della Porta Santa, ieri alla cattedrale. Questo è anche un evento storico molto forte e anche molto bello per tutti noi centrafricani.

D. – La gente del Centrafrica cosa ha provato per questo viaggio?

R. – La gente del Centrafrica ha sentito un Papa molto vicino, un Papa che conosce la sua storia, un Papa che lo vuole aiutare. Ora c’è un nuovo inizio per noi. E’ una nuova pagina che stiamo scrivendo con Dio, come ci ha detto il Santo Padre.

D. – Ora il popolo del Centrafrica ha più speranza?

R. – Questa speranza comincia già a realizzarsi. La speranza non è solo un qualcosa da aspettare: stiamo vivendo già i frutti di questa speranza in questo viaggio.

D. – Il Papa ha parlato del coraggio del perdono. Don Mathieu, tu hai avuto un fratello ucciso in questa guerra civile…

R. – Diciamo che queste sono delle cose difficili a livello umano…. La situazione che stiamo vivendo umanamente è molto difficile ed è molto difficile per uno che ha perso il fratello, che ha perso la propria casa, che ha perso il proprio lavoro, perdonare il proprio nemico. Umanamente è una cosa molto difficile! Ma bisogna vedere questo anche alla luce della fede: nostro Signore dalla Croce ha dato il perdono. Il Papa anche lo ha detto: è nella sofferenza, è nei momenti difficili, nella violenza che noi cristiani dobbiamo dare testimonianza della nostra fede. Perché Dio è con noi e con Lui possiamo passare all’altra riva.

D. – E tu, don Mathieu, hai perdonato...

R. – Ho perdonato … ho perdonato…

D. – I centrafricani avranno il coraggio di perdonare?

R. – Siamo nell’Anno Giubilare: l’Anno Santo è iniziato. Il cammino del perdono è cominciato ieri. Dico solo questo: dopo la celebrazione con il Santo Padre, noi sacerdoti siamo rimasti a confessare tutta la notte. C’era una fila lunga di persone che venivano a confessarsi… E questo è un gesto concreto del perdono che è già iniziato.

D. – Don Mathieu, tu hai tradotto tutte le parole del Papa in sango. E’ stato difficile?

R. – Non è stato difficile. Per me è stato un piacere e ancora più che un piacere è stata una grazia per me tradurre le parole del Santo Padre al mio popolo. Ho cercato, con l’aiuto di Dio, di dare il mio meglio, affinché queste parole potessero raggiungere ogni centrafricano ovunque si trovasse.








All the contents on this site are copyrighted ©.