2015-11-29 09:10:00

Papa in Uganda: non dimenticare i poveri, Cristo è in chi soffre


Dopo l’incontro con i giovani il Papa si è recato alla Casa di Carità di Nalukolongo dove vengono accolti e assistiti un centinaio di poveri di ogni religione ed età. Il centro è stato fondato nel 1978 dal cardinale Nsubuga. Il servizio di Sergio Centofanti:

Ancora una volta Papa Francesco abbraccia i poveri e gli ultimi. Nella Casa di Carità portata avanti nel silenzio dalle Suore del Buon Samaritano, ci sono anche persone malate di Aids, giovani e anziani che qui trovano “affetto e premura”. Qui – ha detto il Papa – si sente “la presenza di Gesù” perché Lui è sempre dove sono “i poveri, gli ammalati, i carcerati, i diseredati, quelli che soffrono”. Da questa casa, il Pontefice lancia un appello a tutte le parrocchie e alle comunità presenti in Uganda e nel resto dell’Africa “a non dimenticare i poveri”:

“Il Vangelo ci impone di uscire verso le periferie della società e di trovare Cristo nel sofferente e in chi è nel bisogno. Il Signore ci dice, con parole inequivocabili, che ci giudicherà su questo! È triste quando le nostre società permettono che gli anziani siano scartati o dimenticati! È riprovevole quando i giovani vengono sfruttati dall’attuale schiavitù del traffico di esseri umani!”.

In molti luoghi del mondo – osserva il Papa - si stanno diffondendo l’egoismo e l’indifferenza. Tanti fratelli e sorelle “sono vittime dell’odierna cultura dell’usa e getta, che ingenera disprezzo soprattutto nei confronti dei bambini non nati, dei giovani e degli anziani”:

“In quanto cristiani, non possiamo semplicemente stare a guardare, stare a guardare cosa succede, e non fare niente. Qualcosa deve cambiare! Le nostre famiglie devono diventare segni ancora più evidenti dell’amore paziente e misericordioso di Dio, non solo per i nostri figli e i nostri anziani, ma per tutti coloro che si trovano nel bisogno. Le nostre parrocchie non devono chiudere le porte e le orecchie al grido dei poveri”.

Solo in questo modo – ha proseguito – “diamo testimonianza al Signore, che è venuto non per essere servito, ma per servire”, mostrando che “le persone contano più delle cose e che quello che siamo è più importante di ciò che possediamo. Infatti, proprio in coloro che serviamo, Cristo rivela ogni giorno sé stesso e prepara l’accoglienza che speriamo di ricevere un giorno nel suo Regno eterno”:

“Cari amici, attraverso gesti semplici, attraverso atti semplici e devoti che onorano Cristo nei suoi fratelli e sorelle più piccoli, facciamo entrare la forza del suo amore nel mondo e lo cambiamo realmente”.

Alla Casa di Carità il Papa ha lasciato un dono in denaro.








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