“Nonostante le buone notizie sulle elezioni, il Myanmar ha bisogno di misericordia e compassione. Mentre scrivo questa lettera pastorale, oltre cento persone povere sono rimaste sepolte vive nella frana della miniera Jade. Dopo cinque decenni di guerre, di povertà e migrazioni, il nostro Paese ha bisogno di misericordia verso chi ha sofferto e verso chi ha causato quelle sofferenze. I cristiani posso contribuire a guarire questa nazione attraverso la misericordia”: lo afferma il card. Chermes Maung Bo, arcivescovo di Yangon, presentando in una Lettera pastorale l’Anno Giubilare alla comunità dei cattolici birmani.
Sviluppare atteggiamentI di comprensione
Nel testo della missiva, ripresa dall’agenzia Fides, il card. Bo ricorda il tema proposto
dal Papa “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro celeste” (Lc
6,36) e spiega che il tema della misericordia sarà declinato in Myanmar a livello
personale e comunitario. A livello personale, godendo del perdono di Dio nel sacramento
della riconciliazione e praticando il perdono verso il prossimo. “Abbiamo bisogno
di purificarci dal peccato di giudicare gli altri. Abbiamo bisogno di sviluppare un
atteggiamento di comprensione” osserva, apprezzando la tradizione buddista di “misericordia
e compassione” (“mitta e karuna”).
Praticare le opere di misericordia verso le vittime di guerre, disagi e
violenze
A livello ecclesiale, “le chiese birmane possono diventare isole di misericordia in
mezzo al mare di indifferenza”, auspica l’arcivescovo, notando che “in un Paese di
enorme ricchezza, milioni sono poveri, milioni sono sfollati, milioni sono al di fuori
del Paese”. Dunque “la giustizia, sorella della misericordia, è stata mutilata” nota.
Ora che il Myanmar si trova “sulla soglia della speranza – prosegue – cerchiamo misericordia,
perdono e riconciliazione anche con gli uomini più malvagi che hanno perpetrato questi
crimini” esorta il card. Bo, invitando a praticare le opere di misericordia spirituale
e corporale nella società birmana, soprattutto verso le vittime di guerre, disagi
e violenze.
I cristiani diventino messaggeri di pace
“Mentre il Myanmar dopo le elezioni è alla ricerca di giustizia, pace e sviluppo
umano, noi cristiani siamo chiamati a rinnovare la nostra vita spirituale attraverso
la misericordia e a contribuire alla costruzione della nazione, diventando messaggeri
di pace per un popolo che ha tanto sofferto” conclude il testo. (P.A.)
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