2015-11-21 16:24:00

In Italia, la Giornata per il sostentamento del clero


Oggi, nella Solennità di Cristo Re, la Chiesa italiana celebra la giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Le donazioni, che verranno raccolte in tutte le parrocchie, saranno destinate ai 36 mila sacerdoti diocesani che dedicano la propria vita all’annuncio del Vangelo e al servizio del prossimo. Ma perché è di vitale importanza sostenere economicamente i nostri parroci? Federico Piana lo ha chiesto a Matteo Calabresi, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica:

R. – Sicuramene, la prima ragione è perché loro annunciano il Vangelo “full time”, a tempo pieno, quindi c’è bisogno che siano i fedeli a sostenerli; la seconda ragione è perché secondo me loro sono i veri e propri ammortizzatori sociali, in questo periodo. I sacerdoti sono sempre al centro di tutte quelle opere che vengono sostenute sia con i fondi dell’8 per mille sia con le risorse altre della Chiesa cattolica, e sono proprio loro, appunto, i motori di queste opere, che cercano di stare il più vicino possibile ai bisogni della gente.

D. – Quali sono i dati?

R. – In questi ultimi anni c’è stato un calo abbastanza costante, anche se l’anno scorso c’è stata una piccola ripresa; noi raccogliamo circa 11 milioni di euro, che comunque è una delle maggiori raccolte “no profit” in Italia; però, pensando alla popolazione cattolica presente in Italia, sono abbastanza pochini: abbiamo circa 120-130 mila donatori che offrono per il sostentamento del clero. Perché? Penso che una delle ragioni principali sia perché si tratta di un’offerta – tutto sommato – “fredda”, perché non è un’offerta che viene fatta brevi manu al proprio parroco. Quella certamente aiuta proprio il sacerdote, ma non va ad aiutare tutti i sacerdoti in maniera perequata. Queste sono le ragioni per le quali era nato questo sistema di sostentamento del clero: perché potesse aiutare tutti i sacerdoti in maniera perequata.

D. – Vorrei chiedere se gli scandali ultimi hanno creato delle difficoltà nella raccolta delle donazioni …

R. – Devo dire di no, perché i nostri donatori sono donatori molto fedeli; i nostri donatori sono persone che conoscono consapevolmente la situazione e l’operato dei sacerdoti, quindi non si fanno spostare l’opinione a seconda di un fatto o di un altro: riescono a capire il vero valore dei sacerdoti e probabilmente hanno anche capito che alcuni sacerdoti, essendo uomini, avranno sbagliato. Quindi devo dire che non è cambiato molto nel trend delle nostre offerte, a seconda delle varie notizie che escono.

D. – Secondo lei, come si può fare per incrementare un po’ queste donazioni?

R. – Secondo me, la chiave di volta è l’intervento stesso dei sacerdoti che spesso hanno pudore: a loro non piace chiedere per se stessi. Eppure, questo noi riteniamo che sia veramente la parte più importante. Non devono vergognarsi di chiedere, ma devono far vedere cosa fanno e allo stesso tempo far presente che queste offerte per i sacerdoti possono dare molti benefici, perché tra l’altro offerte per il clero e 8 per mille sono come due contenitori comunicanti: quindi laddove aumentano le offerte per il clero, ci sono più risorse 8 per mille da dedicare alla carità.

D. – E’ in buona salute l’8 per mille?

R. – Recentemente ha avuto un piccolo calo, ma siamo comunque intorno all’80,2 per cento, quindi comunque una percentuale molto alta che sta a significare il continuo sostegno da parte dei contribuenti italiani che vogliono vedere, ovviamente, come vengono usati i fondi e sicuramente danno un cenno di gradimento a questa nostra campagna ma ovviamente e soprattutto, all’operato della Chiesa.








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