2015-11-21 11:01:00

Il Torino Film Festival inaugurato da "Suffragette"


Inaugurato ieri sera al Lingotto il 33° Torino Film Festival con "Suffragette" della regista Sarah Gavron. Una manifestazione, diretta da Emanuela Martini con passione, entusiasmo e spirito di ricerca, che ogni anno e per dieci intensissimi giorni sa coinvolgere il pubblico della città. Il servizio di Luca Pellegrini:

Si era rimasti all'immagine di un colorato gruppo di donne in costume che combattevano per uno dei diritti fondamentali delle società moderne, quello al voto. Le suffragette - termine coniato in senso derisorio dalla stampa britannica per indicarle - al cinema non erano ancora approdate, se non per l'amabile presenza in "Mary Poppins" della Signora Banks e delle sue amiche attiviste che spensieratamente cantavano e marciavano. Il film di Sarah Gavron, invece, ci racconta tutta un'altra storia e un'altra realtà:  era una organizzazione energica, grintosa e votata al sacrificio, che portò in Inghilterra al risultato del voto alle donne oltre i 30 anni nel 1918 e il suffragio universale dieci anni dopo - mentre in Italia accadrà soltanto nel 1946 e in molti Paesi di cultura araba è ancora totalmente ignorato. Una vera e propria lotta contro uno Stato che appare intollerante, immobile all'appello dei diritti civili e autoreferenziale. Giustamente la regista inglese dichiara di essere rimasta esterrefatta che una storia così straordinaria e potente come quella della giovane Maud - moglie, madre e lavoratrice sottoposta a angherie, sfruttamento e oppressione, privata dei figli, del lavoro e spesso della libertà -, non fosse ancora stata raccontata in un film. Sei anni fa ha creato un gruppo di filmaker donne e il progetto è iniziato. L'adesione di due attrici come Carey Mulligan e Maryl Streep hanno contribuito a dare visibilità al lavoro e creare attesa tra il pubblico. Che può così finalmente scoprire quanto la società, anche quella anglosassone, terra di  democrazia, fosse asseragliata e chiusa nelle trame di un maschilismo conservatore e autoreferenziale. Senza il sacrificio di quel gruppo di indomite contestatrici, con la loro destrezza nella comunicazione e nell'organizzazione del movimento e i loro eclatanti atti di insubordinazione e disturbo, politici e governo sarebbero rimasti ciechi e immobili. Appaiono testarde e coraggiose, affrontano la brutalità della polizia, il soffuso ostracismo delle classi abbienti, la distrazione di quelle povere, l'insofferenza del governo. Subirono il carcere, le percosse, trattamenti al limite della tortura, fino alla morte di Emily, colpita dal cavallo di re Giorgio V al derby di galoppo di Epsom, gesto eclatante che ebbe risonanza mondiale, figura che giustamente viene al termine del film ricordata con le vere immagini di repertorio del suo silenzioso e commovente corteo funebre a Londra, il 14 giugno 1913. Un titolo, dunque, perfetto per il Torino Film Festival, che anche quest'anno presenta film dai contenuti mai scontati, senza temi e fili rossi, sparsi in dieci giorni di intensa programmazione nelle diverse sezioni, accreditando interesse da parte degli appassionati e creando grande curiosità. Quella soprattutto dei giovani, che affollano le sale e partecipano con un entusiasmo raro. Ancor più sorprendente e rasserenate dopo i fatti di sangue che hanno macchiato e macchiano la loro età e la nostra.








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