2015-11-20 14:30:00

Servizi igienici: nel mondo mancano a 1 persona su 3


È una discriminazione silenziosa che riguarda un terzo dell’umanità: la mancanza di servizi igienici, secondo le Nazioni Unite, fa sentire le sue conseguenze su 2,4 miliardi di persone. E quello di fornire servizi igienici adeguati a tutta la popolazione è “il meno rispettato degli Obiettivi del Millennio”: lo ha ricordato lo stesso Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel suo messaggio in per il World Toilet Day, la Giornata mondiale dedicata a questo tema, che ricorreva ieri.

Condizioni più critiche nell'Africa subsahariana e Oceania
Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità e dell’Unicef - riporta l'agenzia Misna - la questione riguarda soprattutto l’Africa subsahariana (dove la disponibilità di servizi si ferma al 30%), l’Oceania (35%) e l’Asia meridionale (47%). Ma anche nel Nord del mondo esistono situazioni limite, come quella delle ‘jungle’, gli accampamenti di migranti intorno alla città francese di Calais, dove il numero delle latrine - secondo Medici senza frontiere - è inferiore anche agli standard normalmente previsti per i campi di rifugiati. In Europa, sono in tutto 20 milioni le persone che non hanno accesso a una toilette.

Circolo vizioso tra scarsi servizi igienici e malnutrizione
Il problema colpisce in maniera ancora maggiore le donne (per cui in assenza di servizi igienici cresce anche il rischio di subire violenza) e i bambini: 800.000 bambini ogni anno perdono la vita solo a causa della dissenteria, che condizioni igieniche migliori aiuterebbero a prevenire. Proprio sul nesso tra servizi e salute pongono quest’anno l’attenzione le Nazioni Unite. Esiste, denuncia ancora Ban Ki-moon “un circolo vizioso tra scarsi servizi igienici e malnutrizione”, che a sua volta è responsabile del 50% delle morti di bambini sotto i cinque anni e del 20% della mortalità materna.

Garantire l'accesso di tutti ai servizi igienici entro il 2030
​La questione, secondo il Segretario generale, va affrontata anche su un altro piano: “Dobbiamo continuare - scrive nel suo messaggio - a educare e proteggere le comunità a rischio e a cambiare percezioni culturali e pratiche datate che ostacolano la ricerca di dignità”. L’obiettivo resta quello di garantire l’accesso di tutti ai servizi igienici entro il 2030. (D.M.)








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