Sembra essere tornata la calma a Bujumbura dopo i combattimenti di ieri in diversi quartieri della capitale del Burundi. Lo riferiscono all’agenzia Fides fonti locali che esprimono la speranza di una svolta negoziale. “Per la prima volta la Cina, insieme al Kenya e all’Angola, anche parlato della necessità di un dialogo inclusivo, che includa tutti gli attori della crisi burundese, compresa l’opposizione armata che era stata finora escluso dal dialogo intrapreso dal Presidente Pierre Nkurunziza” dicono le nostre fonti. “A questo si unisce il fatto che uno degli oppositori che si era unito al governo di Nkurunziza, Aghaton Rwasa, ha espresso la sua preoccupazione per le uccisioni e le violenze che scuotono il Paese.”
"La settimana del combattente" rischia di compromettere il dialogo di pace
“Non mancano però i dubbi sulla riuscita di un vero dialogo inclusivo” continuano
le fonti di Fides che fanno notare come il partito al potere, Conseil National pour
la Défense de la Démocratie-Forces de Défense de la Démocratie (Cndd-Fdd) ha indetto
“la settimana del combattente”. “Queste celebrazioni rischiano di alimentare l’odio
perché vengono celebrati solo gli ex guerriglieri delle Cndd-Fdd che da oppositori
hanno poi preso il potere con le elezioni del 2005, dopo aver aderito, nel 2003, agli
accordi di pace firmati dalle altre parti nel 2000 ad Arusha, in Tanzania”.
La Chiesa ha indetto una Novena per la pace e la riconciliazione
Mentre il partito al potere celebra la “sua giornata del combattente” la Chiesa cattolica
ha indetto una Novena per la pace e la riconciliazione in Burundi. “Non si vuole solo
chiedere l’intercessione di Maria per la pace nel Paese ma si vuole anche creare una
coscienza sul rispetto della dignità umana e della giustizia” concludono le fonti.
(L.M.)
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