2015-11-17 16:00:00

Italia, Paese per vecchi. Censis: la longevità come valore


L’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo, con i suoi 13 milioni di over 60. A dimostrarlo il Rapporto del Censis “Il buon valore della longevità”, che descrive una fetta di società in evoluzione. Chi sono gli anziani oggi e quali sono i fabbisogni che cambiano? Veronica Di Benedetto Montaccini lo ha chiesto al presidente del Censis, Massimiliano Valeri, e a Rosanna Bernardini, assistente sociale dell’Associazione per i Diritti degli Anziani (Ada):

R. – Parliamo di un segmento della popolazione – le persone di 65 anni ed oltre – che noi preferiamo definire “longevi”, che in realtà non sono così fragili e vulnerabili come li abbiamo sempre considerati. Li rilegavamo addirittura ai margini dei processi sociali che contano. Oggi, anche nella congiuntura della pur debole ripresa che stiamo vivendo, la fascia degli anziani si è resa protagonista della ripresa dei consumi ad esempio.

D. –  Nel vostro Rapporto, quale risulta essere la posizione sociale degli anziani, ora che la “generazione 1000 euro” si trova in difficoltà?

D. – La combinazione di redditi magari non alti ma certi, della componente anziana, assieme a patrimoni elevati, in crescita, di cui sono detentori le famiglie anziane, hanno consentito di effettuare anche un trasferimento economico consistente rispetto ai figli o ai nipoti in maggiore difficoltà. Negli ultimi vent’anni, la ricchezza delle famiglie anziane, intesa sia come componente patrimoniale sia come ricchezza finanziaria, è aumentata del 118%, mentre quella delle famiglie costituite da giovani diminuiva in questo arco di tempo del 26%.

D. – Dottoressa Bernardini, come possono gli anziani diventare un’opportunità per la società?

R. – Restando attivi. Abbiamo detto tante volte che gli anziani sostituiscono i servizi sociali che sono carenti per le loro famiglie. Si fanno carico quotidianamente dei bambini: vedo tantissimi anziani spingere carrozzine, lo vedo con i miei occhi, e nel mio lavoro che ogni giorno porto avanti per l'Associazione Ada.

D. – Cosa possono ancora imparare le giovani generazioni dagli anziani?

R. – Adesso è il contrario: sono gli anziani che imparano dai giovani. Per esempio, questo succede con la tecnologia. Ci sono addirittura corsi nelle scuole superiori di indirizzo tecnico-informatico dove gli anziani vanno per partecipare attivamente e i giovani insegnano loro almeno le basi, in modo che gli anziani imparino ad utilizzare il computer e ad usare Internet.

D. – Dottor Valeri, l’Italia è un Paese che spicca per la longevità: l’età media è salita a 82 anni. Queste persone in che condizioni arrivano a questa età?

R. – Siamo, insieme al Giappone – è notorio – il Paese più longevo al mondo. Oggi, le persone con 65 anni e oltre in Italia sono 13,2 milioni proprio in virtù dell’allungamento della speranza di vita media. Altri 3 milioni di longevi si aggiungeranno nei prossimi anni. Le condizioni di salute migliorano costantemente, anche perché – bisogna ricordarlo – c’è una consistente quota di spesa per la sanità in capo agli anziani. Noi stimiamo 13 miliardi di euro l’anno di spese degli anziani per le cure. Cioè si vive più a lungo e si vive in migliori condizioni di salute.








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