2015-11-13 12:28:00

Mons. Paglia incontra le famiglie cristiane a Damasco


Mons. Vincenzo Paglia si prepara ad incontrare le famiglie cristiane di Damasco. Il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia è partito alla volta della Siria per una missione di due giorni. Domenica, nella cattedrale melchita, mons. Paglia consegnerà il Vangelo di Luca, in versione araba, che Papa Francesco ha regalato alle famiglie del mondo a Filadelfia. Con esso consegnerà anche i primi frutti della raccolta di fondi avviata nella città statunitense per aiutare le famiglie siriane a pagare le spese di riscaldamento per il prossimo inverno. Ascoltiamo il presule al microfono di Stefano Leszczynski:

R. – Già a Filadelfia c’è stata una famiglia siriana che ha ricevuto, dalle mani del Papa, un Vangelo in arabo, perché poi circa 5 mila copie fossero consegnate a 5 mila famiglie di Damasco, come segno di amicizia, di legame, di impegno, perché le famiglie possano aiutare il mondo ad essere diverso e più solidale. Porteremo, tra l’altro, per volontà del Papa, un piccolo aiuto per sostenere queste famiglie, in questi mesi di inverno, nell’acquisto di un po’ di petrolio per il riscaldamento. L’inverno è terribile e si aggiunge al dramma della guerra…

D. – Il dramma della guerra che continua mentre si stanno avvicinando delle date importanti per i cristiani: quella dell’8 dicembre, con l’inizio del Giubileo della Misericordia in tutto il mondo, e ovviamente poi quelle legate alle festività natalizie…

R. – Quello che fa pensare con profondità e con grande trepidazione è che proprio da Damasco che è partita l’evangelizzazione per l’Occidente: lì l’Apostolo Paolo ha trovato la fede e di lì è partito. In qualche modo, noi dobbiamo sentire un debito di gratitudine. E allora ci auguriamo, quindi che l’Anno della Misericordia significhi per questo popolo attraversare la porta della pace, la porta della solidarietà o comunque la porta dell’amicizia stretta tra tutti. Io sono convinto che sia indispensabile immediatamente cercare di umanizzare questo conflitto e persino l’esodo, trovando modi affinché nella fuga non ci sia la morte, non ci sia quella terrificante solitudine… Penso all’idea dei corridoi umanitari proposti dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità valdese italiana, che permetterebbero di accompagnare coloro che lasciano le proprie terre, in modo più sicuro e comunque meno amaro. Ma certo quest’Anno della Misericordia non può non esser segnato dalla preoccupazione per questo popolo. La Siria è, in un certo senso, il microcosmo del mondo e, riprendendo l’immagine del Papa sulla “guerra mondiale a capitoli”, direi  che la Siria è forse il primo capitolo di questa terribile guerra. Ed è partendo da qui, io credo che si possa ridare speranza ad un mondo più pacifico.








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