2015-11-13 14:33:00

Congresso educazione cattolica: identità è proposta non scontro


Ripensare l’identità cristiana in termini propositivi, di testimonianza credibile, abbandonando l’atteggiamento difensivo. E’ quanto emerso in Sala Stampa vaticana dalla conferenza di presentazione del prossimo Congresso mondiale “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova”,  organizzato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica a Roma dal 18 al 21 novembre in occasione dei 50 anni dalla dichiarazione “Gravissimum Educationis” e a 25 anni dalla Costituzione Apostolica sulle Università Cattoliche “Ex Corde Ecclesiae”. Paolo Ondarza:

Tante le sfide per l'educazione cattolica
 
La costante passione educativa propria della Chiesa torna in primo piano nel Congresso mondiale “Educare oggi e domani”, una conferma dell’importanza data all’educazione nella vita dell’uomo e nella società. Molteplici le sfide delineate dalle risposte contenute nei 149 questionari dell’Instrumentum laboris raccolti in 62 Paesi del mondo: l’educazione integrale, la formazione, la fede, la secolarizzazione, il pluralismo e il dialogo, la testimonianza anche in situazioni limite di scarsa libertà religiosa, il coraggio di dire cose scomode e controcorrente, l‘inclusione delle periferie e dei poveri, l’educazione intesa come servizio e l’identità vissuta in senso creativo. Il prof. Italo Fiorin, direttore della Scuola di Alta Formazione “Educare all’incontro e alla solidarietà” della Università Lumsa di  Roma:

 “C’è un buon orientamento verso un’interpretazione dell’identità non in termini difensivi, ma in termini propositivi, di ripensamento”.

In dialogo, senza tradire la propria identità
Ma come la scuola cattolica senza tradire la propria identità può confrontarsi ad esempio con la sfida del gender nei percorsi formativi? Sì alla razionalità positiva, alla testimonianza della carità che abbatte i muri e rende credibili, no all’affermazione di un’identità in senso difensivo che invece porta allo scontro è stata la risposta del card. Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica:

R. – Se non siamo propositivi, non siamo capaci di una criticità razionale, ecco che assumiamo quella posizione cui faceva cenno il prof. Fiorin, cioè quella difensiva: una verità, come il Papa dice, calata dall’alto, distante, che diventa ideologia, almeno è percepita come tale. Quindi, noi vediamo che in molte università e in molte scuole la diversità viene fatta al livello di testimonianza della carità. Se si usa infatti una razionalità astratta, si va ad uno scontro ideologico che non tiene conto dell’essenza dell’annuncio evangelico, che è per le persone, non per le idee. Allora, in questo senso, in molte università, dove ci sono realtà molto diverse, teoricamente molto contrastanti e conflittuali, la presenza di un rettore, di un corpo docente, di studenti cattolici che siano capaci di testimoniare la carità nel dialogo, nel rispetto dell’altro, nel rendere intelligente la fede, non provocante, scioglie le freddezze, abbatte i muri. Quando invece si parte dall’idea di difendere le idee - ci si confronta non sul terreno della testimonianza, ma delle idee - lì si rafforza la conflittualità e non si riesce, da parte nostra, ad essere credibili e, da parte degli altri, a vedere quello che è la finalità dell’annuncio del Vangelo, cioè la salvezza e non lo scontro. E, in questo senso, mi pare che questo Papa stia dando non solo delle idee, ma degli esempi di quello che voglio dire, e si sciolgono le difficoltà. Altrimenti l’identità in senso difensivo porta allo scontro. Se invece l’identità è testimonianza di carità, allora molti possono avere idee diverse. Ma sulla carità non si scherza". 

Dal Concilio in poi quasi duplicate le scuole cattoliche
Dal post-Concilio ad oggi c’è stato un aumento del 95% delle scuole cattoliche. Stesso trend per gli istituti di studi superiori: oggi sono 1860, tra questi 500 le facoltà ecclesiastiche, 1350 le università cattoliche. 10 milioni gli studenti. Qualcuno ha chiesto: chi paga tutto questo? La risposta di mons. Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione dell’Educazione Cattolica:

“È difficile rispondere: abbiamo Paesi avanzatissimi, dove alla scuola non statale non si dà nulla. E quindi è una scuola che deve andare avanti con i propri mezzi. Non ultima l’Italia: in dieci anni hanno chiuso circa 800 istituti cattolici. Altri Paesi, invece, dove lo Stato dà il 100% del sostegno”.

Il 21 novembre l'incontro con il Papa
Il prossimo Congresso che culminerà il 21 novembre in Aula Paolo VI con l’incontro con il Papa - è stato detto - non sarà un punto di arrivo, ma di partenza. Tra le prospettive che seguiranno i lavori, oltre alla creazione di un Direttorio generale per l’educazione cattolica c’è l’istituzione, voluta dal chirografo papale dello scorso 28 ottobre, di una fondazione “Gravissimum educationis” per sostenere ricerche scientifiche e individuare le risposte da dare ad emergenze particolari come ad esempio l’educazione nei campi profughi o altre situazioni di povertà.








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