2015-11-12 13:45:00

Oggi come 50 anni fa "una Chiesa povera per i poveri"


Era il 16 novembre 1965, durante il Concilio Vaticano II, quando 42 vescovi firmarono nella Catacombe di Santa Domitilla, a Roma, il cosiddetto “Patto delle catacombe”, per sancire l’impegno di realizzare una “Chiesa povera per i poveri”. Per ricordare quell’evento, nel cinquantesimo anniversario, si tengono in questi giorni una serie di incontri. Le iniziative sono state presentate stamani in una conferenza stampa presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. Ce ne parla Giancarlo La Vella:

“Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri”. Pochi giorni dopo la sua elezione, il 16 marzo 2013, Papa Francesco riproponeva, parlando ai rappresentanti dei media, il tema antico e straordinariamente attuale di una Chiesa vicina alle fasce sociali più emarginate, ai diseredati, agli indigenti, a chi subisce soprusi e ingiustizie. Riconoscendo Cristo in queste persone, 42 presuli vollero firmare, 50 anni fa, un documento, che poi venne sottoscritto anche da altri 500 vescovi, per mettere in evidenza, nella Chiesa che si rinnovava, l’opzione per i poveri e per uno stile di vita sobrio. Tra essi c’era mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea:

“Ci presentarono questo elenco di impegni, perché i vescovi cominciassero a vivere più semplicemente, fossero vicini ai lavoratori, ai poveri, ai sofferenti e non avessero dei conti in banca loro. Avvicinandosi ai 50 anni, il ricordo del Patto delle Catacombe rivive e diventa attuale, soprattutto nell’atmosfera che Papa Francesco sta indicando a tutta la Chiesa”.

Anche oggi la Chiesa, stimolata mirabilmente da Francesco, si rivolge alle sofferenze e alle difficoltà della società, guardando, come il Papa ha più volte esortato, alle “periferie del mondo”. Sentiamo mons. Erwin Kräutler, vescovo in Amazzonia, che ha offerto la sua collaborazione all’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’:

“Papa Francesco ha detto che la Chiesa ha bisogno di andare nelle periferie. Vivo in Amazzonia e il Papa, nella sua Enciclica, Laudato si', ha parlato dell’Amazzonia e anche degli indigeni. Per me è una vittoria della Chiesa, una vittoria del popolo dell’Amazzonia, una vittoria dei vescovi dell’Amazzonia e della Chiesa in Amazzonia”.








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