Questa mattina le milizie curde irakene hanno lanciato una imponente offensiva contro i combattenti del sedicente Stato islamico (Is) nella città di Sinjar, situata su una delle principali vie di comunicazione usate dai jihadisti per i rifornimenti. Ezzeddine Saadun, generale di brigata, conferma che “l’attacco è iniziato alle 7 del mattino, e le forze peshmerga (curde) sono avanzate in più direzioni per liberare il centro del distretto di Sinjar”. Testimoni locali parlano di colonne di fumo che si alzano dalla città, provocate dai raid aerei dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti e dai colpi di mortaio dei curdi.
La vittoria dei curdi limiterebbe i movimenti dell'Is tra Iraq e Siria
La città di Sinjar, nella provincia di Ninive, si trova lungo una delle principali
vie usate dai jihadisti per il rifornimento di armi, scorte e materiali da guerra;
la strada collega Mosul, roccaforte dell'Is in Iraq, con la Siria dove i miliziani
controllano ampie porzioni di territorio. Spezzare questo legame rappresenterebbe
un duro colpo per Daesh (acronimo arabo dell'Is), che vedrebbe molto limitata la possibilità
di muovere guerriglieri e mezzi da un Paese all’altro.
All'offensiva dei curdi partecipano anche gli yazidi
Secondo quanto riferiscono i vertici del Consiglio di sicurezza della regione curda,
all’offensiva sferrata oggi contro i jihadisti partecipano almeno 7.500 peshemrga,
con l’obiettivo dichiarato di riconquistare Sinjar “e creare un cuscinetto che garantisca
protezione e sicurezza agli abitanti”. Lo Stato Islamico ha assunto il controllo della
zona nell’agosto 2014. Di recente i vertici del “Califfato” avrebbero inviato almeno
600 unità a rinforzare la difesa della città, in vista di un possibile attacco dei
curdi sostenuti dalla coalizione a guida Usa. Questo intervento militare era atteso
da settimane, ma più volte rimandato dal maltempo e da contrasti fra i vari gruppi
curdi e yazidi presenti nella zona. L’offensiva è seguita con attenzione dal Presidente
del Kurdistan irakeno Massoud Barzani e partecipano anche combattenti yazidi, desiderosi
di vendicare le violenze subite e cacciare i jihadisti.
Migliaia di yazidi si sono rifugiati nel Kurdistan iracheno
Fin dai primi giorni i terroristi islamici hanno iniziato a uccidere e abusare dei
membri della minoranza religiosa presente nella zona. Gli yazidi sono un gruppo monoteista
che racchiude diversi elementi presenti in altre fedi; per questo sono considerati
eretici dallo Stato Islamico e i suoi seguaci degli infedeli. In migliaia hanno abbandonato
le loro case e i territori, cercando rifugio nel Kurdistan iracheno.
Le violenze contro gli yazidi definite dall'Onu genocidio
Le violenze compiute dai jihadisti contro gli yazidi sono state definite dalle Nazioni
Unite alla stregua di un genocidio. Fra gli episodi più drammatici di questa guerra,
il lungo assedio dei fondamentalisti islamici contro migliaia di uomini, donne, anziani
e bambini intrappolati sull’omonimo monte che domina la città; liberare gli yazidi
dall’assedio è una delle ragioni che ha spinto Washington lo scorso anno a lanciare
attacchi aerei contro l'Is in Iraq. (R.P.)
All the contents on this site are copyrighted ©. |