2015-11-11 11:08:00

Bagnasco: Papa molto chiaro, Chiesa italiana su strada Evangelii Gaudium


Papa Francesco, all’inizio dell'udienza generale in Piazza San Pietro, ha esortato i fedeli a pregare per la Chiesa italiana che sta celebrando il Convegno nazionale a Firenze. Il suo discorso di ieri è stato definito “storico” da molti osservatori. Ma con quali sentimenti è stato accolto dai presenti? Luca Collodi lo ha chiesto al cardinale presidente della Cei Angelo Bagnasco:

R. – Di grande gioia e di grande gratitudine verso il Papa, perché venendo a Firenze, al nostro Convegno ecclesiale italiano, ha mostrato il suo grande affetto e la sua grande vicinanza e non soltanto con la sua presenza, ma con l’intensità e la sostanza dei suoi discorsi: il discorso in cattedrale e poi anche la corposa e interessantissima omelia della Messa. Quindi attraverso queste modalità abbiamo sentito nuovamente la vicinanza affettuosa del Papa a noi, ma sicuramente lui ha sentito il nostro affetto verso di lui.

D. – Cardinale Bagnasco, il Papa ha rinnovato l’invito a una partecipazione, sia alla vita della Chiesa che anche alla vita sociale, alla vita del Paese…

R. – Sono temi molto cari al Santo Padre, che ha rilanciato – in modo molto contestuale - al cammino della Chiesa italiana, invitandoci in modo particolare ad essere sempre più uniti – pastori e popolo – sostenendoci a vicenda, camminando insieme e crescendo nel dialogo, nel confronto, nella corresponsabilità pastorale. Questo da una parte. Dall’altra ha poi insistito molto per essere noi lievito, lievito della società, nei diversi ambiti del lavoro, dei poveri, degli ultimi, delle persone più fragili e deboli, ma anche della cultura, perché se non diventiamo lievito propositivo, anche nell’ambito del pensare e della cultura, certamente la società non ha i fondamenti per diventare più umana: senza una cultura umanistica, la società non diventerà più umana. E il Papa ci ha ribadito all’infinito che il fondamento dell’umanesimo è Gesù Cristo. Dobbiamo guardare a Lui per capire chi è l’uomo.

D. - Papa Francesco guarda al credente come cittadino. E qui c’è tutto l’elemento della partecipazione alla gestione della cosa pubblica, c’è tutto il tema del laicato cattolico, dell’impegno del laicato cattolico…

R. – Sì, certamente. Direi che, in un certo senso, rilancia - conferma e rilancia - questo compito dei cristiani, come cittadini, di non ritirarsi nelle comunità cristiane – possiamo dire banalmente in sacrestia – ma di uscire fuori, con coraggio, con umiltà, con senso di ascolto, di gioia, di dedizione e di servizio, per rinnovare dall’interno la politica, la cultura, la società. Mi venivano in mente le parole del Beato Paolo VI, nell’Evangelii Nutiandi, quando invitava i cristiani ad entrare, ad arrivare nei luoghi della cultura, cioè del pensare, per poter portare la luce del Vangelo.

D. – Questa giornata come entrerà nella riflessione del Convegno nazionale qui a Firenze?

R. – E’ già entrata questa giornata, ricca e bella; è entrata nei cuori di tutti noi: vescovi, laici, delegati delle diverse diocesi. Sicuramente, essendo ormai nei nostri cuori - e non dall’esterno, ma dall’interno - rifluirà nelle nostre discussioni, nei nostri gruppi di studio e andrà ad illuminare le varie problematiche che abbiamo messo a tema e che si riconducono tutte al tema educativo, che è il tema del decennio pastorale della Chiesa italiana. Il Papa ha detto: “Alla luce delle indicazioni dell’Evangelii Gaudium, rivedete ed esaminate gli obiettivi del vostro percorso ecclesiale italiano. E’ stato molto chiaro. Quindi diciamo che l’Evangelii Gaudium ha impastato e ispirato i discorsi del Papa, che sono stati ancora più ampi e soprattutto più caldi: ci hanno abbracciato e così noi potremo pensare meglio gli obiettivi del decennio.








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