Il Papa a Prato: no a corruzione, illegalità e sfruttamento

Pellegrino di passaggio

Papa Francesco ha inaugurato il suo 10° viaggio italiano in Toscana visitando Prato, città multiculturale e multietnica, polo fondamentale per l'industria tessile italiana, città laboratorio per l'integrazione degli immigrati e l'impegno nell'affrontare le sfide della crisi economica e occupazionale. I pratesi hanno faticato a far ripartire Francesco che "pellegrino di passaggio" - come ha detto lui stesso parlando a braccio - si è intrattenuto solo un'ora nella "Manchester della Toscana", ma anche "città di Maria", per proseguire poi il suo viaggio a Firenze, dove ha preso parte al 5° Convegno nazionale  della Chiesa italiana.

Non c'è fede senza rischio

Ma durante la breve tappa a Prato Francesco ha ricevuto un'accoglienza calorosa e affettuosa da decine di migliaia di persone che lo attendevano sulla strada che dal campo sportivo lo ha portato a Piazza del Duomo e poi davanti alla Cattedrale. Articolato e avvincente il suo discorso alla città, pronunciato dallo splendido pulpito esterno del duomo di S. Stefano dov'è conservata la reliquia della Sacra Cintola, simbolo sacro e civile della città. "Non c'è fede senza rischio"; "per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano"; "non si può fondare nulla di buono sulle trame della menzogna e sulla mancanza di trasparenza"; "la vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, dello sfruttamento e il veleno dell'illegalità"; "non stanchiamoci mai di lottare per la verità e la giustizia".

Il ricordo dei lavoratori morti nel rogo di due anni fa

Questi alcuni passaggi del discorso di Papa Francesco che ha voluto  anche inserire una significativa aggiunta al testo ufficiale, ricordando i sette lavoratori cinesi morti due anni fa per un incendio nella zona industriale di Prato e  denunciando con forza profetica la tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di lavoro.