2015-11-10 15:23:00

Golden Circus: sgominata rete per l'immigrazione clandestina


Sette milioni di euro: tanto è stato valutato il giro d’affari legato all’organizzazione criminale che, attraverso finte assunzioni nel mondo del circo, favoriva l’immigrazione clandestina. Decine i fermi operati dalla squadra mobile di Palermo, tra loro gli impresari di 18 circhi. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Una grande agenzia che, illegalmente, introduceva stranieri in Italia, utilizzando un metodo diverso da quello dei barconi. Il procuratore aggiunto di Palermo, Agueci, descrive così l’organizzazione transazionale sgominata nell’operazione "Golden Circus", che ha visto arrestare oltre 50 persone e azzerare una rete criminale dedita all’immigrazione clandestina, orchestrata tra gli altri da un dipendente della Regione siciliana, con un ruolo chiave nella truffa. Era Vito Gambino infatti a produrre, dietro compenso, i falsi nulla osta al lavoro per prima occupazione, necessari per ottenere il visto di ingresso in Italia. Gli impresari circensi inoltravano a lui le domande di assunzione. 500 gli stranieri, soprattutto indiani e pakistani, giunti in Italia con un sistema di false assunzioni – ballerini, attrezzisti, facchini –per i circhi d’Italia. Un sistema che camuffava il traffico di uomini e che fruttava anche 15 mila euro a ingresso. Un’operazione dalla portata straordinaria, è stata definita "Golden Circus" dal ministro dell’Interno, Alfano. A chiedere che però l’operato di pochi, anche se criminoso, non leda l’immagine del circo, che ha scritto pagine memorabili dello spettacolo e della cultura italiana nel mondo, è l’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni è il presidente:

R. – Tengo a ribadire un’esigenza profondamente avvertita, cioè che non si ponga assolutamente una generalizzazione del problema, nel senso che semmai stiamo parlando di comportamenti penalmente e anche moralmente rilevanti, ma non deve essere minimamente sfiorata l’immagine del circo come realtà e come valore.

D. – Voi, come Ente nazionale circhi, avete espresso il timore che un mondo, dite voi, così semplice e meraviglioso possa in qualche modo essere accomunato a una storia di malaffare e di criminalità…

R. – La realtà italiana ci preoccupa non poco, perché non è un mistero che in questo Paese il circo sia sostanzialmente bistrattato dalle istituzioni. Quindi, non vorrei che questo potesse costituire un colpo di grazia. Credo che ogni categoria, storicamente anche con riferimento a vicende più prossime, abbia le sue pagine da dimenticare. Tutto va ricondotto in un’ottica e in una spirale di comportamenti difformi di qualcosa che invece è profondamente positivo. E il circo appartiene a questo tipo di patrimonio.








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