Sul discorso del Papa al Convegno nazionale della Chiesa italiana ascoltiamo il commento del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, al microfono di Luca Collodi:
R. – Il Papa ha fatto una enciclica per la Chiesa italiana e ha rimesso insieme tante cose che ci aveva detto a spezzoni. Adesso noi - senza scuse – abbiamo una agenda; una agenda precisa, perché è partito con una visione subito molto chiara: Ecce Homo, l’umanesimo che rifiuta la spada e che è il Cristo Salvatore. E ha concluso ritornando a quel Cristo e poi alla figura del cristiano impersonato in Maria, che senza parlare dice: “Ecce Ancilla Domini”. Ha ritoccato tutti quanti i temi che praticamente ha sottolineato in questi tre anni di episcopato: ha detto “non sta a me, ma sta a voi”. Come dire: ora io ho parlato e ho parlato con chiarezza.
D. – Cardinale Bassetti il Papa non ha parlato solo ai cristiani: è sembrato parlasr a tutta la società italiana…
R. – Il Papa ha parlato ai vescovi, ha parlato ai cristiani, ha parlato ai preti, anche a don Camillo e Peppone e soprattutto si è volto alla società, in questa bellissima interpretazione di un umanesimo completo, in cui la “societas christiana” non è distinta da quella laica: anche se c’è una distinzione – diciamo pure – anche ideologica, i cristiani sono chiamati ad essere il fermento proprio di quella società e a rimboccarsi fino in fondo le maniche. Quindi ha ricomposto anche l’unità dell’umanesimo cristiano fra la società civile e la “civitas christiana”.
D. – C’è anche un forte appello all’impegno del laico nel sociale…
R. - Fortissimo! Anche quando si è rivolto ai giovani in particolare voleva sottolineare questo: il futuro della Chiesa e della società è proprio nei giovani che non stanno a rifugiarsi in casa, ma che hanno il coraggio di rimboccarsi le maniche. Quindi oggi il cristiano è uno che sta in piedi e che – ha detto – non sta sulla terrazza a vedere quello che passa nella piazza; ma è uno che sta in piedi e si coinvolge pienamente, fino a sporcarsi le mani, fino a dire: “preferisco una Chiesa che si è lacerata e si è sporcata, perché è stata in mezzo alla gente, e in fondo si è compromessa fino in fondo, a una Chiesa profondamente malata, perché ha contemplato soltanto se stessa.
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