2015-11-10 14:00:00

A Firenze il Papa incontra i malati e pranza con i poveri


Anche in occasione della sua visita a Firenze il Papa non ha dimenticato le periferie e gli ultimi. All’Angelus nella Basilica della Santissima Annunziata Francesco ha rivolto il suo saluto agli ammalati, quindi il trasferimento nel piazzale antistante presso la mensa di San Francesco Poverino per il pranzo con i poveri. Il servizio di Paolo Ondarza:

L'Angelus con i malati e i disabili
Francesco non ha voluto rinunciare ad incontrare gli ultimi anche a Firenze. Prima l’affettuoso e commovente saluto ai malati e ai disabili della dell'Opera Diocesana Assistenza riuniti presso la Basilica della Santissima Annunziata per la preghiera dell’Angelus, tra loro anche bambini. Il Papa ha pregato davanti all’immagine della Vergine ai piedi della quale ha lasciato una rosa bianca e due biglietti. Tra i 33 malati anche Giuseppe Giangrande, il carabiniere rimasto gravemente ferito nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi nel 2013.

Un incontro in continuità con San Giovanni Paolo II
Ai presenti il Papa ha assicurato vicinanza spirituale e come di consueto ha chiesto preghiere. 
29 anni fa fu San Giovanni Paolo II a compiere lo stesso gesto nello stesso luogo. Lo ricorda bene padre Lamberto Crociani dei Servi di Maria, sacrista della Basilica:

“La gioia è stata grande! Abbiamo visto una profonda continuità tra i due papi: la continuità dello Spirito della Chiesa!”.

Il Papa a mensa con i poveri di Firenze
Fuori dalla Basilica per il Papa, accolto da cori e applausi, tante strette di mano e sguardi incrociati nel percorso a piedi che lo ha portato, accompagnato dal cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, alla Mensa di San Francesco Poverino, gestita dalla Caritas. Qui, tesserino alla mano, si è registrato come tutti gli altri ospiti e, seduto alla stessa tavola con 60 poveri, quelli del secondo turno, ha consumato con loro la ribollita toscana con spezzatino di carne come ogni giorno in piatti di plastica.

La mensa di San Francesco Poverino, luogo di carità e inserimento sociale
Luogo simbolo della carità fiorentina dal 1949, la Mensa di San Francesco Poverino punto di riferimento per i tanti che vi si recano per l’unico pasto che si possono permettere. Nel servizio alla mensa si alternano una cinquantina di volontari che sull’esempio del Buon Samaritano solo nel 2014 hanno accolto 1.079 ospiti di 59 nazionalità diverse per un totale di circa 44.000 i pasti distribuiti. Ma la mensa non è solo assistenzialismo spiega sempre padre Crociani:

“La Caritas sta svolgendo un lavoro di assistenza e inserimento di queste realtà extracomunitarie o povere”.

I poveri: il Papa è uno di noi
Hanno visto nel Papa il loro portavoce i tanti poveri presenti all’incontro. Ascoltiamo uno di loro, sempre al microfono di Alessandro Gisotti:

“Dobbiamo essere contenti, fieri di avere un Papa come questo, perché sta dicendo cose che veramente sente! Non le dice tanto per dire!”.

Per una testimonianza sul pranzo del Papa con i poveri, Alessandro Gisotti ha sentito il direttore della Caritas di Firenze, Alessandro Martini:

R. – E’ stata una grande emozione, perché il Papa è stato bravissimo a mettere tutti a loro agio. Ha salutato tutti, uno per uno, ha parlato con tutti, ha benedetto tutte le cose che avevano portato e ha pranzato insieme con semplicità. Ha parlato mentre si pranzava, ha gradito molto, anche, questo tipo semplice ma “appassionato” di accoglienza …

D. – Cosa ha colpito in particolare, tra gli ospiti della mensa Caritas, di questo stare con Francesco? C’è qualche parola?

R. – Parole particolari, no. Però, veramente, ha messo tutti a proprio agio e ha ascoltato tutti: è stata veramente una testimonianza di ascolto e di grande affabilità. Ha voluto sapere tante cose: sulla storia della mensa, la Caritas, il cardinale che era accanto gli ha raccontato un po’ tutto … E poi, insomma, ecco: abbiamo fatto festa! Tanti applausi, qualche canto al momento del dolce, poi lui ha lasciato a tutti un Rosario e l’ha benedetto per tutti: ha reso tutti veramente molto commossi. A un certo punto, siccome la nostra responsabile della mensa è una persona carissima, bravissima, appassionata anche, ma anche molto brava nel saper gestire le situazioni, tutti le hanno fatto un applauso … e il Papa ha detto: “Lei è la papessa!” … E’ la papessa: è diventata la papessa, perché sapeva condurre la situazione …

D. – Quindi, un momento di grande gioia, di festa, soprattutto per chi soffre …

R. – Sì, oggi ha avuto un riscatto, per così dire, no? Io l’ho vissuto così: ho ascoltato le parole che il Papa ci ha detto in duomo, il discorso che ha fatto – straordinario, secondo me - ecco, il suo gesto alla mensa è stato come un metterlo subito in pratica: voglio leggerlo così. E le parole che ci ha detto: umiltà, disinteresse, beatitudine. Cioè, era un momento di grande beatitudine per tutti, tutti veramente molto festosi e gioiosi e sereni, in un atteggiamento, in un pranzo che non era uno di quei pranzi che si fanno anche per interesse: no! C’era solo la voglia di stare insieme. E c’era anche tanta umiltà, perché il Papa che pranza con le stoviglie usa-e-getta e che mangia volentieri quello che gli viene messo sul piatto, senza neanche la scelta, perché di tutto il pranzo che abbiamo preparato non c’era neanche il menù, c’era soltanto quello che avevamo fatto … E’ un gesto che sicuramente ci deve spronare a fare altrettanto. Un grande regalo ai tanti volontari che questo l’hanno capito e ogni giorno si spendono per vivere questa esperienza.








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