2015-11-08 09:00:00

Roma, in migliaia alla "Marcia per la Terra" in difesa del creato


In migliaia hanno marciato oggi a Roma in difesa della terra, con partenza dal Colosseo e arrivo in Piazza San Pietro, in tempo per l'Angelus di Papa Francesco, che ha rivolto loro un saluto e un ringraziamento. Un’iniziativa legata alla due giorni che il Vicariato dedica alla Giornata diocesana per la custodia del creato. Il servizio di Alessandro Guarasci:

E’ compito di tutto noi prenderci “cura della casa comune”, nel segno dell’Enciclica “Laudato si'” scritta dal Papa. Oltre 70 associazioni italiane e internazionali hanno aderito alla "Marcia per la Terra". Il percorso ha attraversato il centro di Roma: alle 9 appuntamento al Colosseo per raggiungere piazza Santi Apostoli. Lì, è stato allestito il "villaggio Laudato si’" con mercatini solidali e laboratori per i bambini, mentre nella Basilica il cardinale Vallini ha celebrato la Messa. Un appuntamento che cade a 20 giorni dalla Conferenza dell’Onu sul clima a Parigi, come dice Pierluigi Sassi, presidente di "Earth Day Italia", principale organizzatore della marcia:

R. – E’ una marcia che vuole scendere in campo, perché a Parigi non saranno rappresentati gli interessi di tutti: persone che non abbiamo eletto decideranno del nostro futuro, decideranno del futuro del pianeta.

D. – Ma, secondo lei, ormai, nella società si è fatto breccia questo principio per cui l’ecosistema, la tutela dell’ambiente, è un bene prioritario?

R. – Sicuramente. La “Laudato si'” ha sugellato una volta per sempre che economia, ambiente e società, soprattutto, sono parti di uno stesso ingranaggio, di uno stesso meccanismo: non si può toccare l’uno, senza condizionare l’altro. E, soprattutto, questa folle ricerca del profitto e del benessere tecnologico ha ridotto drammaticamente la qualità delle nostre vite. I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e anche i Paesi ricchi oggi devono fare i conti con i disastri ambientali. Questo ci ha fatto capire come anche fenomeni che erano in realtà silenti, rispetto ai loro significati – come per esempio le grandi migrazioni che nascono dalle povertà, che sono collegatissime ai disastri ambientali e al cambiamento climatico – poi finiscono per ricadere anche su di noi.








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