2015-11-08 14:49:00

Gli 800 anni dei Domenicani. Il Papa: grazie per ciò che siete e fate


“Che il Signore vi benedica tanto in questa ricorrenza. E grazie tante per tutto quello che fate nella e per la Chiesa”. Con queste parole, al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha ricordato l’Ordine Domenicano, che ieri ha inaugurato solennemente, con una Messa nella Basilica romana di Santa Sabina, un anno giubilare indetto per celebrare gli 800 anni dalla propria fondazione. A presiedere la liturgia è stato il maestro dei Frati Predicatori, Fr. Bruno Cadoré, nel giorno in cui l’Ordine ricorda tutti i propri Santi. L’anno speciale si concluderà il 21 gennaio 2017, data della Bolla “Gratiarum omnium largitori” con cui Papa Onorio III riconosceva l’Istituto. Il tema che guiderà questi mesi è “Mandati a predicare il Vangelo”. Hélènes Destombes ne ha parlato con lo stesso maestro dell’Ordine, Fr. Cadoré:

R. – L'évangélisation est toujours nouvelle…
L’evangelizzazione, in fondo, è sempre nuova. Oggi, il contesto è nuovo e cambia continuamente e ogni volta bisogna trovare il modo di incontrare la gente, alla quale poter dire che il nome di Gesù Cristo è la Buona Novella per loro, per noi e per tutti. E’ necessario quindi riuscire a trovare sempre nuovi metodi: metodi di incontri, metodi di ascolto per comprendere quali siano le  attese, le nuove aspettative: le aspettative della parola, del sostegno, della consolazione, le aspettative della misericordia.

D. – Quali sono questi nuovi metodi che voi richiamate?

R. – le monde a de nouveaux réseaux sociaux...
Per esempio, il mondo ha una nuova rete sociale: ci sono nuovi modi di incontrarsi, nuove vie di essere comunità, nuove vie di entrare in amicizia. Questo è il nuovo. Ma c’è anche il “vecchio”, che non passerà mai: l’incontro con le persone e l’ascolto delle persone. C’è qualcosa che deve essere ancora scoperto: come nel mezzo di questa globalizzazione, al centro delle attività degli uni e degli altri, di tutti gli stili di vita, sia possibile prendersi del tempo per sedersi, per fermarsi, per ascoltare, per cambiare… Per avere il tempo di comprendere che è la ricerca che ci anima. E’ la cosa più fondamentale.

D. – L’inculturazione e l’interculturalità sono delle priorità…

R. – L’inculturacion est important dans le Évangile depuis le début…
L'inculturazione è importante nel Vangelo fin dall'inizio: si comprende immediatamente come il Vangelo entri in dialogo con le culture che incontra. Come è entrato in dialogo ad Atene o quando i primi predicatori si sono avvicinati all’Europa che noi conosciamo… L’inculturazione è sempre importante. Il Vangelo è sempre incompleto quando non parla con gli altri. L’interculturalità è oggi estremamente importante in un mondo globalizzato, perché  le nostre chiese, le nostre parrocchie, le nostre comunità sono composte da membri che arrivano da tutte le culture. Si tratta quindi di inventare una nuova fraternità, partendo proprio da quanto ciascuno porta a questa fraternità dell’eredità della sua propria cultura. Questo è un qualcosa di magnifico! Ci vuole molto tempo per scoprire se si è compresa la cultura dell’altro…

D. – Lei ha invitato i Domenicani ad approfittare di questo Giubileo per dare prova di “audacia”. Ma come deve essere espressa questa audacia?

R. – Surtout oser: aller à la rencontre de ce qui ne vient pas…
Soprattutto osare. Incontrare colui che non viene al nostro incontro. Le nostre chiese hanno la possibilità di riunire i fedeli, di riunire i credenti, di riunire le comunità, di riunire gli amici di Dio. Allo stesso tempo, è però necessario che questa possibilità non ci impedisca di avere il desiderio di aprire le porte e di andare all’incontro di coloro che non hanno ancora sentito il nome di Gesù Cristo, all’incontro di tutti coloro in cui il nome di Gesù Cristo non è ancora risuonato nel cuore come una Buona Novella. Questa è l’“audacia”: avere l’audacia di incontrare coloro che non vengono…

D. – Questo Giubileo si è aperto un mese prima del Giubileo straordinario della Misericordia, voluto da Papa Francesco. E’ tutto molto simbolico…

R. – Je suis très touchet de cette occurence…
Sono molto toccato da questo evento: per noi è un segno della Provvidenza, perché la FRamiglia domenicana, sin della sua fondazione, è stata molto spesso indicata come “predicatrice dalla Misericordia”. La Misericordia è sempre qualcosa che viene dal Signore, qualcosa del Signore che viene all’incontro col mondo per farlo nascere, per farlo rinascere. Quindi, che questo nostro Giubileo si tenga proprio mentre Papa Francesco apre l’Anno giubilare della Misericordia richiama in noi il fatto che questo tema, questa realtà è centrale ed essenziale.








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