I missionari comboniani operativi a Mapourdit, nello Stato dei Laghi del Sud Sudan, scrivono una lettera–appello all’intera comunità di Mapourdit e alla diocesi di Rumbek, a conclusione della quale chiedono alle autorità si affrontare seriamente la “situazione di deterioramento” nell’area dopo la “disintegrazione della pace nella comunità” per la quale hanno lavorato 22 anni. I missionari - riporta l'agenzia Sir - si dicono “turbati, sfidati e profondamente scoraggiati dai recenti avvenimenti scioccanti” che hanno “colpito violentemente la comunità comboniana e la vita delle persone”.
I comboniani chiedono alle autorità il disarmo nello Stato dei Laghi
Nel documento i missionari denunciano l’aumento dell’illegalità e dei conflitti tribali
che minaccia “la vita familiare, le relazioni, la libertà di movimento, l’accesso
ai servizi sociali e sanitari e alla funzioni religiose” e ricordano, in particolare,
l’attentato che ha ferito un confratello, padre Placide Majambo, lo scorso 11 settembre,
causandogli gravi ferite. “Chiediamo alla comunità di mostrare almeno rispetto per
il nostro lavoro”, scrivono i missionari. I comboniani chiedono inoltre alle autorità
di sostenere “un movimento per il disarmo nello Stato dei Laghi” dove “sono in circolazione
troppe armi”. Infine l’assicurazione alla popolazione che i missionari resteranno
comunque “al loro servizio”. (R.P.)
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