2015-11-06 10:30:00

Papa a Prato. Mons. Agostinelli: lo aspetta società multiforme


Un solo incontro, ma che resterà nella storia della comunità cittadina e non solo ecclesiale. Così Prato vive l’attesa per la visita di Papa Francesco, il prossimo 10 novembre, dove si recherà nella mattinata prima di visitare Firenze, in occasione del Convegno Ecclesiale Nazionale. Alessandro Gisotti ha intervistato il vescovo di Prato, mons. Franco Agostinelli:

R. – Noi lo stiamo aspettando veramente con trepidazione, da parte di tutti. E quando dico tutti non intendo dire soltanto la Chiesa pratese, ma direi l’intera società pratese, che si è mobilitata, ciascuno per la parte di competenza, per preparare al meglio questa accoglienza, questa visita del Papa.

D. – Proprio in questi giorni è stata indirizzata una lettera aperta delle forze economiche, sociali e sindacali di Prato a Papa Francesco, ribadendo quanto il Papa venga sentito vicino anche alle problematiche del lavoro, delle famiglie in difficoltà…

R. – Indubbiamente, io proprio da questo punto di vista vorrei dire che è stata per noi un’esperienza molto proficua, quella della preparazione a questa visita del Papa, perché ci ha permesso per l’ennesima volta, ma molto di più, di incontrare tutte le forze impegnate nel lavoro, di stabilire con loro un dialogo veramente fraterno, costruttivo. Tanto che siamo molto ottimisti, perché pensiamo che una volta conclusasi questa visita del Papa, quello che abbiamo potuto costruire fin da ora avrà senz’altro una continuità. D’altra parte, parlando di lavoro, noi affrontiamo una tematica che non può non riguardarci, sia come Chiesa sia come Chiesa pratese nella fattispecie, perché Prato è una città che ha vissuto di lavoro, una città che si è costruita con il lavoro, una città che soffre in questo momento anche la mancanza di lavoro e la precarietà che il lavoro incontra tutti i giorni. Sono, quindi, problematiche sulle quali vorremmo veramente ascoltare tutti; vorremmo ascoltare anche il pensiero che il Papa, le parole che il Papa ci rivolgerà.

D. – Colpisce anche che Francesco vada a Firenze per il Convegno nazionale ecclesiale, però arrivi a Firenze – se così possiamo dire – dalla periferia della città, cioè arrivando da Prato…

R. – Sì, infatti, noi cogliamo anche il significato di questa visita a Prato, che non è marginale, non è un accidens di percorso per intendersi, ma - come l’ha definita lo stesso Papa, parlando con i suoi collaboratori diretti – la chiave di ingresso di quello che sarà il Convegno Ecclesiale Nazionale. La chiave di ingresso, perché veramente Prato da questo punto di vista affronta quelle tematiche che sono care al nostro Santo Padre: le tematiche del lavoro, dell’accoglienza, dell’integrazione. In fondo, da questo punto di vista, Prato veramente costituisce un laboratorio di quella che potrà essere la società futura, che ormai sarà senz’altro una società multietnica, multirazziale, multireligiosa. Questi sono problemi che a Prato stiamo vivendo in maniera molto consistente, essendo presenti nella città circa 110 o 112 nazionalità. Vuol dire veramente un incontro molto significativo.

D. – Papa Francesco - lo ha detto più volte, in più occasioni – ha un grande desiderio di visitare la Cina. A Prato, avrà modo di incontrare anche una importante comunità cinese, anche cristiana cinese…

R. – Sì, indubbiamente. A Prato la comunità cinese è molto rappresentata. Si pensa che a Prato vi siano, perlomeno dal punto di vista ufficiale, circa 30 mila cittadini cinesi. La realtà molto eterogenea che qui a Prato vive è però costituita sì da cinesi, ma comunque dalla comunità pakistana, indiana, sudamericana… Molti vengono anche dall’Est europeo. Insomma, è veramente una multiforme e variegata presenza che si impegna dal punto di vista sociale e dal punto di vista ecclesiale, al fine di quell’evangelizzazione con la quale vorremmo confrontarci con questi nostri fratelli che vengono da lontano.








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