2015-11-05 12:12:00

Turchia: vasta operazione militare in Siria contro jihadisti


Nei prossimi giorni la Turchia lancerà una vasta operazione militare contro lo Stato Islamico in Siria. L’annuncio del governo turco arriva all’indomani delle dichiarazioni del Presidente Erdogan in merito alla necessità di una riforma della costituzione. Intanto Bruxelles ha fatto sapere che a breve sarà pubblicato il rapporto sui progressi effettuati dal Paese nel quadro dei negoziati per l’ingresso nell’Ue, in stallo da diversi anni. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Alberto Rosselli, esperto di area mediorientale e anatolica:

R. – La Turchia deve ancora regolare tre questioni che erano state messe sul tavolo da Bruxelles anni fa: lo sgombero della parte settentrionale di Cipro, che è stata occupata militarmente nel 1974; il riconoscimento formale dello Stato curdo, con una sua autonomia perlomeno amministrativa; e il riconoscimento della strage armena. Ci sono poi altri argomenti che toccano, per esempio, il regime carcerario, il diritto penale, il diritto civile… Quindi, se ci sarà da parte dell’Europa un atteggiamento di coerenza con quello che ha sempre affermato e che si è sempre affermato negli anni precedenti, io vedo piuttosto difficile – ora come ora – una accettazione della Turchia in Europa, almeno finché la Turchia non risolverà questi problemi, che sono grossissimi. Se l’Europa è coerente dovrebbe imporre alla Turchia il rispetto di quanto si è detto.

D. – Sul fronte siriano, cosa c’è da aspettarsi?

R. – Erdogan ha giocato una carta importante, che gli è servita per riavvicinare  - in qualche modo – gli Stati Uniti: quella cioè di dichiarare apertamente guerra all’Is. Però c’è da dire che l’atteggiamento che ha la Turchia nei confronti della minoranza curda, che vive in Siria e che combatte – faccio riferimento ai Presumerla – contro l’Is è molto ambiguo. Per cui è vero che la Turchia ha annunciato che intensificherà gli attacchi contro l’Is, ma c’è da aspettarsi anche che ci siano delle frizioni notevolissime con la minoranza curda, che sta combattendo in questo momento contro l’Is.

D. – Come valutare l’annuncio di Erdogan di accelerare sul fronte della riforma della Costituzione in senso presidenziale?

R. – Secondo la Costituzione turca occorre una maggioranza qualificata per una modifica o per una riforma della Costituzione stessa e cioè i due terzi dell’Assemblea. Quindi, nonostante il fatto che Erdogan possa dire di aver stravinto queste elezioni, se vuole ritoccare o in qualche modo riformare la Costituzione deve per forza tentare una alleanza con qualche altra forza politica, per raggiungere almeno una quota di 330 parlamentari. Quindi è tutto da vedere… E’ una situazione molto complessa. Il fatto che lui abbia affermato con decisione che vuole una riforma della Costituzione in senso presidenziale,  bisogna poi intendere cosa lui intenda con “in senso presidenziale”.








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